Sora, app di OpenAi per realizzare e condividere clip create con l’Ia, a dieci giorni dal lancio ha superato 1 milione di download. Superato anche il numero di download di ChatGpt, la creatura più famosa di OpenAi, nello stesso intervallo temporale. Secondo i numeri diffusi dagli analisti di Appfigures, nei primi sette giorni di disponibilità Sora è stata scaricata su iOs 627.000 volte, contro le 606.000 di ChatGpt nella stessa finestra di lancio. Al momento, l’app è disponibile solo per iPhone, su invito, e al di fuori di Unione Europea e Regno Unito. In totale ha superato 1 milione di download.
Bill Peebles, a capo dello sviluppo di Sora in OpenAI, ha aggiornato i numeri con un post su X: “Sora ha raggiunto 1 milione di download, più velocemente di ChatGpt. Il team lavora duramente per tenere il passo con la crescita inarrestabile. Sono in arrivo altre funzionalità e correzioni“. Come scrive il sito Techcrunch, l’adozione di Sora sta sollevando preoccupazioni per la creazione di deepfake, anche di persone decedute, nonostante OpenAI abbia inserito dei paletti per evitare la realizzazione di filmati di personaggi conosciuti.
I deepfake con Robin Williams
Secondo Bloomberg, “con il miglioramento delle capacità di Sora potrebbero accendersi preoccupazioni sui rischi nel settore cinematografico, oltre a rendere più difficile distinguere ciò che è autentico dai fake”. Aveva fatto scandalo la creazione di filmati deepfake con protagonista Robin Williams, tanto che la figlia Zelda ha lanciato un appello chiedendo di smettere di realizzare video bufala sfruttando l’immagine del padre, morto suicida.
Appfigures sottolinea come Sora abbia registrato un’adozione costante fin dal suo primo giorno. I dati indicano che i download giornalieri su iOs hanno raggiunto il picco di 107.800 installazioni il 1 ottobre, prima di attestarsi tra le 98.500 installazioni giornaliere del 4 ottobre e le 84.400 del 6 ottobre.
Reato di deepfake
La notizia arriva proprio il giorno in cui in Italia entra in vigore la normativa sull’Intelligenza artificiale che introduce il reato di deepfake, uno dei punti principali della normativa che pone l’Italia come primo paese europeo ad adottare un testo sull’Ia. Nel testo non si parla mai direttamente di deepfake, ma di video, audio e immagini alterati con strumenti di intelligenza artificiale che causano un danno alle persone coinvolte. Il reto è punito con la reclusione da uno a cinque anni.
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