A partire dal 2026, l’Imposta Municipale Unica (Imu) potrà essere pagata tramite la piattaforma PagoPA. Il progetto, promosso dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef), coinvolge anche l’Agenzia delle Entrate, il Dipartimento delle Finanze, il Dipartimento dell’Economia, la Ragioneria dello Stato, Sogei e PagoPA. L’obiettivo è semplificare la riscossione dell’Imu per i contribuenti e migliorare l’efficienza del sistema, in risposta anche alle richieste dei comuni.
Il primo incontro operativo per avviare il progetto si è svolto recentemente presso il Mef, con la partecipazione del sottosegretario Sandra Savino e del ministro Giancarlo Giorgetti. Il piano segue quanto previsto dalla Legge di Bilancio 2020 (Legge n. 160/2019), che ha già inserito la piattaforma PagoPA come uno dei metodi di pagamento per l’Imu.
Alcuni comuni, come Trento e Trieste, hanno già implementato sistemi di invio di avvisi precompilati per il pagamento dell’Imu, anticipando così il modello che il Mef intende diffondere a livello nazionale.
Il sistema di pagamento tramite PagoPA è stato utilizzato con successo in altre aree, come la Tassa sui rifiuti (Tari), dove la riscossione tramite PagoPA ha portato a un significativo aumento degli adempimenti fiscali.
Per rendere operativo il sistema per l’Imu, tutti i soggetti coinvolti si incontreranno nuovamente a settembre per definire un piano operativo comune e per adottare un decreto interministeriale (Mef-Viminale-Innovazione tecnologica) che renderebbe possibile il pagamento tramite PagoPA.
Fino a quando il nuovo sistema non sarà attivo, i contribuenti continueranno a versare l’Imu tramite F24 per il saldo del 2025. Il governo prevede che il pagamento dell’Imu tramite PagoPA sarà operativo dal 2026.
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Secondo il Mef, l’obiettivo dell’Imu precompilata è semplificare l’adempimento fiscale da parte dei contribuenti e migliorare l’efficienza della riscossione. Il sottosegretario Savino ha sottolineato che il progetto mira a costruire una soluzione strutturale che renda il sistema di riscossione più tempestivo ed efficiente, senza aumentare il carico amministrativo per gli enti locali. Il rafforzamento della riscossione è ritenuto un elemento fondamentale per una finanza pubblica sostenibile.
L’introduzione del sistema PagoPA si inserisce in un contesto in cui il “tax gap” per i tributi locali ammonta a circa 25 miliardi di euro, con 6 miliardi che sarebbero esigibili. Questo fenomeno è legato alla frammentarietà delle imposte locali, che rende complicato e poco economico il recupero dei crediti.
Un esempio positivo dell’uso di PagoPA è quello del Comune di Roma, dove l’introduzione della digitalizzazione per la Tari ha migliorato significativamente la riscossione, portando anche a una riduzione delle tariffe. Da qui l’idea di estendere l’uso di PagoPA per altri tributi locali.
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