L’Europa si trova di fronte a un bivio sulle scelte industriali e normative per la filiera dell’automotive: a sottolinearlo un articolo “Revisione o avvitamento per la decarbonizzazione dell’automobile” della Fondazione Eni Enrico Mattei dedicato alla possibile revisione anticipata del Regolamento Ue sullo stop alle immatricolazioni di auto a combustione interna dal 2035. ”La decarbonizzazione dell’automobile europea si trova a un bivio – è la riflessione – revisione pragmatica degli obiettivi o irrigidimento normativo con il rischio di indebolire industria e competitività. La revisione del bando era originariamente prevista per il 2026 ma le pressioni industriali, il rallentamento del mercato delle auto elettriche, e i mutati equilibri politici in Europa hanno riaperto il confronto. Germania e Italia, insieme ad altri Stati membri con una importante industria automobilistica, chiedono maggiore flessibilità per conciliare obiettivi ambientali e realtà produttiva”.
I veicoli elettrici
”La domanda di autoveicoli elettrici cresce più lentamente di quanto fosse stato previsto – viene spiegato – la produzione europea di batterie fatica a decollare, le infrastrutture di ricarica restano insufficienti e la concorrenza dei produttori extra-Ue, in particolare di quelli cinesi, è sempre più forte. Nel frattempo, il parco auto europeo continua a invecchiare e la riduzione delle emissioni di CO2 procede a un ritmo inferiore alle aspettative. I dati globali sulle immatricolazioni confermano un divario tra ambizioni e realtà: nel 2024, anche nelle principali economie avanzate, la quota di auto elettriche resta minoritaria rispetto ai veicoli non elettrici. Nell’Ue a 27, su oltre 10 milioni di nuove auto, meno del 14% è completamente elettrico, mentre il restante mercato è ancora dominato da motorizzazioni tradizionali”.
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Secondo la Fondazione Eni Enrico Mattei ”anche prescindendo dalle implicazioni industriali non è possibile ignorare in alcun caso l’andamento del mercato né i bisogni e le preferenze dei consumatori. Con l’avvicinarsi delle impegnative tappe verso il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050, diventa quindi doveroso interrogarsi sull’efficacia della strategia scelta e imposta dall’Unione europea”.
La Fondazione Mattei prosegue spiegando che ”si sta discutendo molto di politica industriale ma poco di politiche ambientali. I dati non appaiono però incoraggianti. Da un lato l’utilizzo dell’energia elettrica nel settore dei trasporti stradali è certamente in crescita ma resta ancora ben inferiore all’1%: 25 anni sono un orizzonte decisamente troppo ravvicinato perché possa esserci una crescita maggiore di 80 o 90 volte. Dall’altro le autovetture nuove non stanno sostituendo quelle già in circolazione. Perché le emissioni si riducano è necessario o che il saldo sia negativo o che le nuove auto elettriche sostituiscano delle auto endotermiche in uso. Cosa che non sta avvenendo in Italia che, come numero di auto circolanti, è seconda solo alla Germania”.
Motori a scoppio
”Ai 224 milioni di autovetture circolanti nel 2015 in tutta l’Unione europea negli ultimi nove anni se ne sono aggiunti oltre 29 di auto alimentate con motore a scoppio e poco più di 6 milioni da soli motori elettrici – fa presente Antonio Sileo, direttore del Programma di ricerca Sustainable mobility della Fondazione Eni Enrico Mattei – crediamo sia necessario un confronto per valutare l’efficacia delle politiche europee sulla decarbonizzazione dei trasporti stradali e per capire se l’Unione sia oggi più vicina a una revisione pragmatica della strategia o a un ulteriore avvitamento normativo”.
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