La produzione chimica In Italia si avvia al quarto anno consecutivo di calo. Federchimica prevede per il 2025 un calo dell’1,5%. L’industria chimica in Italia è poi fortemente integrata nel commercio
internazionale e, di conseguenza, risente della nuova ondata protezionistica: l’export supera i 40 miliardi di euro e gli Stati Uniti sono il quarto mercato di esportazione, con una quota del 7%.
“Il quadro è estremamente complesso, tenuto conto anche della marcata svalutazione del dollaro e dello yuan nei confronti dell’euro e del riorientamento delle produzioni cinesi verso il mercato europeo.
Tra il 2021 e i primi 8 mesi del 2025, la quota cinese sull’import italiano di prodotti chimici è passata dal 6 al 17%”, , ha affermato Francesco Buzzella, presidente di Federchimica, intervenendo all’assemblea di Federchimica tenutasi oggi Milano.
“L’introduzione di dazi europei, ormai necessaria nel nuovo contesto, non può compromettere la competitività delle produzioni a valle e, nel caso, deve essere estesa all’intera filiera. La produzione risulta nel complesso dell’11% inferiore rispetto al 2021. Una debolezza che non caratterizza solo l’Italia bensì coinvolge tutta la chimica europea, con un andamento in Germania, primo produttore,
persino più penalizzante con il -19% rispetto al 2021. In ogni caso, sia nei momenti più dinamici sia in quelli più problematici, è evidente la ricaduta positiva del nostro settore sull’intera economia del Paese: 100 euro di valore aggiunto nella chimica ne attivano ulteriori 232 lungo tutte le filiere”.
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