Gesmundo: “Peso dell’agricoltura nel bilancio Ue ridotto dal 35 al 14%”
Saranno oltre 770mila le aziende agricole italiane a subire le conseguenze del taglio della Politica agricola comune (Pac) previsto dalla Commissione Ue per il periodo 2028-2034. A lanciare l’allarme è Coldiretti, che ha elaborato una stima sulla base dei dati Agea diffusa oggi in occasione dell’Assemblea nazionale dell’associazione a Roma.
L’associazione degli agricoltori denuncia come la scelta della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen comporterà «una perdita secca per le migliaia di imprese che ricevono sostegno, compresi gli investimenti, attraverso la Politica agricola comune». Il passaggio a un fondo unico tra politiche agricole e di coesione, sottolinea Coldiretti, finirà per penalizzare pesantemente il settore primario, con ripercussioni «potenzialmente disastrose sulla produzione di cibo, la sicurezza alimentare e la spinta verso l’innovazione e la sostenibilità» che in questi anni hanno fatto dell’agricoltura italiana un modello in Europa.
Secondo l’analisi dell’associazione, la nuova impostazione del bilancio Ue rischia di «diluire le risorse dell’agricoltura in un unico contenitore dove sarà più facile non far capire quali tagli verranno fatti, ad esempio, per coprire le spese per il riarmo». Questo avrà effetti immediati sulle aziende agricole, che dalla Pac ricevono sostegno anche per garantire sviluppo rurale, tutela ambientale, produzione di energia pulita e presidio delle aree interne.
Coldiretti avverte inoltre che ridurre il peso dell’agricoltura significa aumentare la dipendenza dall’estero e rendere i prezzi alimentari più vulnerabili alle fluttuazioni dei mercati, «con un impatto devastante sulle tasche dei cittadini».
«La nostra mobilitazione continuerà per fermare questa deriva – sottolinea il segretario generale Vincenzo Gesmundo – perché non possiamo accettare che risorse vengano sottratte all’agricoltura e alla qualità del cibo per destinarle al riarmo, mettendo a rischio anche la salute dei cittadini. Ci opponiamo a chi vuole marginalizzare l’agricoltura. E i numeri sono evidenti: il taglio del 20% della Pac 2028-2034 riduce il peso dell’agricoltura al 14% del bilancio Ue, contro il 30-35% del passato. Tutto questo rappresenta un colpo durissimo per un settore che garantisce salute ai cittadini attraverso il cibo sano. E tutto questo mentre il 70% degli europei, secondo l’Eurobarometro, riconosce alla Pac il merito di garantire prodotti alimentari sicuri e di qualità. Noi chiediamo di tornare ad avere rispetto del Parlamento europeo e regole condivise, per un’Europa democratica e libera, davvero».
Duro anche l’attacco del presidente di Coldiretti, Ettore Prandini: «Quella della presidente von der Leyen è una scelta miope e pericolosa perché togliere risorse all’agricoltura per finanziare il riarmo mette a rischio la sicurezza alimentare e la pace in Europa. In un contesto segnato da guerre e tensioni globali, servono investimenti sul cibo, non carri armati. Mentre Cina e Stati Uniti investono singolarmente 1.400 miliardi in agricoltura, l’Europa taglia del 20% la Pac, scendendo da 386 a 302 miliardi. È un colpo mortale per un settore che in Italia vale 707 miliardi e dà lavoro a 4 milioni di persone. Non ci rassegniamo: la nostra mobilitazione sarà permanente per difendere l’agricoltura europea dai tecnocrati che vogliono spegnerla. Abbiamo già elaborato proposte per semplificare la vita degli agricoltori e liberarli dal dazio occulto della burocrazia dei tecnocrati di Bruxelles».
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