Scattano le contromisure del governo italiano e delle aziende contro l’annuncio del del governo Usa di dazi al 107% sulla pasta. Secondo un’inchiesta del dipartimento del Commercio americano, sulla base delle denunce di alcuni produttori locali, La Molisana e Garofalo avrebbero praticato dumping sui prezzi.
LE REAZIONI
Sono 13 in totale i gruppi coinvolti. “Per noi è qualcosa di inappropriato sulla base di controlli che fanno su due pastifici”, ha detto Cosimo Rummo, presidente e ad dell’omonimo pastificio: “Ci siano rivolti agli avvocati di Washington e stiamo facendo opposizione, speriamo che ci sia una risposta entro dicembre. Se le cose resteranno così avremo un danno del 107%”. “È un fulmine a ciel sereno”, dice Claudio Costantini, nuovo direttore generale dell’azienda veneta Sgambaro, “va fatta subito chiarezza” e serve “una mediazione da parte delle nostre istituzioni”. Quale sarebbe l’impatto? “Una stangata di queste dimensioni diventa insostenibile e quasi inverosimile. Stiamo parlando di un mercato export che vale 700 milioni di euro e che ha già subìto l’accordo sui dazi al 15%”.
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Nel caso in cui le tariffe entrassero in vigore a gennaio, l’impatto sarebbe gravissimo, rimarca anche Giuseppe Ferro, amministratore delegato di La Molisana: “Al termine della prima procedura era stato stabilito un dumping pari a zero, la seconda si era chiusa con l’1,6%. Ora ci accusano del 91,74%, ma da parte nostra non è cambiato nulla: abbiamo sempre agito nello stesso modo, in modo corretto e trasparente”. Ora, “con dazi oltre il 100% diventa praticamente impossibile vendere la pasta negli Stati Uniti. Ma il problema non riguarda solo noi e Garofalo: siamo tredici pastifici sulla stessa barca, e cercheremo insieme una soluzione prima che le misure entrino in vigore”, sottolinea l’ad, che smentisce l’ipotesi di aprire una stabilimento in America, confermando invece l’intenzione dell’azienda di proseguire l’iter legale intrapreso.
Secondo il Dipartimento del Commercio, La Molisana e Garofalo avrebbero praticato un margine di dumping medio pari al 91,74%. Ove confermato, tale margine, in base alla normativa di riferimento, verrebbe applicato anche alle altre 11 aziende italiane che hanno chiesto di partecipare alla revisione amministrativa annuale.
LA BEFFA: DAZI RETROATTIVI
La situazione rischia di essere ancora più critica: non sono i pastifici dovranno pagare dazi al 107% da gennaio, ma per di più le sanzioni saranno retroattive: “Poiché il dumping è retroattivo, si dovrà pagare anche per i 12 mesi precedenti“, ha detto Cosimo Rummo.
LA DIPLOMAZIA ITALIANA E L’EUROPA
La diplomazia italiana è al lavoro. E si muove anche l’Ue che ha dichiarato: “La Commissione Europea, in stretto coordinamento con il governo italiano, sta collaborando con gli Stati Uniti in questa indagine e interverrà se necessario”.
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