Gli Stati Uniti e la Cina sospenderanno per 90 giorni una parte dei loro dazi doganali reciproci. Le due superpotenze hanno concordato la decisione nell’ambito dei colloqui che si sono tenuti a Ginevra, in Svizzera. La misura – si legge in una dichiarazione congiunta – dovrà entrare in vigore entro il 14 maggio. Washington e Pechino sospenderanno l’applicazione dei dazi al 24% sui beni per un periodo iniziale di 90 giorni, mantenendo al contempo il restante 10%. La notizia, che subito ha fatto il giro del mondo vista la sua portata geopolitica, rappresenta solo l’ultimo capitolo di una contesa inaspritasi con l’arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca.
A pochi giorni dal suo insediamento, l’amministrazione americana guidata dal tycoon repubblicano aveva riattivato la leva tariffaria (come promesso in campagna elettorale), puntando in particolare il dito contro le importazioni cinesi, ritenute oltremodo dannose per l’economia a stelle e strisce. Così, a nemmeno due settimane dal ritorno alla Casa Bianca, il 1° febbraio Trump aveva firmato un ordine esecutivo che introduceva un dazio generalizzato del 10% su tutte le importazioni dalla Cina. La reazione di Pechino non si era fatta attendere: dazi del 15% su carbone e gas naturale liquefatto statunitensi, e del 10% su petrolio e macchinari agricoli.
L’escalation è proseguita il 3 marzo, quando gli Stati Uniti hanno alzato i dazi al 20%. Il giorno seguente, la Cina ha risposto con dazi del 15% su una vasta gamma di prodotti agricoli americani (quali pollame, grano, mais, cotone) e del 10% su altri beni del comparto primario. Nel frattempo, muovendosi sullo scacchiere geopolitico in chiave anti-americana, Pechino aveva avviato colloqui con la Corea del Sud e il Giappone per valutare un potenziale accordo di libero scambio regionale.
Il mese di aprile da poco concluso ha visto un ulteriore inasprimento delle tensioni tra le due superpotenze, con una conseguente instabilità dei mercati internazionali. Il 2 aprile Washington ha introdotto un dazio aggiuntivo del 34%, portando il livello tariffario su tutte le merci cinesi a oltre il 50%. Il 4 aprile Pechino ha replicato con dazi speculari. Il 9 aprile, in un contesto ormai dominato da misure punitive reciproche, la Cina ha aumentato i dazi fino all’84%, mentre gli Stati Uniti hanno risposto portando l’aliquota al 125%. L’11 aprile, la Cina ha adottato un incremento identico. Una spirale crescente destinata a creare un pericoloso muro contro muro.
Non è un caso che a osteggiare la guerra dei dazi erano stati molti imprenditori statunitensi. I dazi possono infatti aumentare i costi delle materie prime, dei componenti e dei prodotti finiti provenienti da altri Paesi, il che può ridurre i margini di profitto e aumentare i prezzi per i consumatori. Poi, la parziale tregua: un provvedimento non risolutivo ma certamente sintomatico di un cambiamento di strategie.
Dopo oltre due mesi di schermaglie, infatti, il 10 maggio scorso si è svolto a Ginevra il primo incontro bilaterale ad alto livello tra rappresentanti commerciali di Stati Uniti e Cina. L’11 maggio è stato annunciato un accordo preliminare per una sospensione parziale dei dazi per 90 giorni. Contestualmente è stato istituito un meccanismo permanente di dialogo bilaterale sul commercio e le catene di fornitura.
Ora, l’ulteriore mossa di de-escalation tra Washington e Pechino. “Dopo aver adottato le misure di cui sopra, le due parti istituiranno un meccanismo per proseguire i negoziati sulle relazioni economiche e commerciali“, precisa la dichiarazione congiunta, “i negoziati potranno svolgersi in Cina, negli Stati Uniti o in un paese terzo concordato da entrambe le parti. Se necessario, le due parti potranno svolgere consultazioni a livello operativo su questioni economiche e commerciali rilevanti“.
Il rappresentante commerciale degli Stati Uniti Jamieson Greer ha dichiarato che Washington ha accettato di ridurre del 115% i dazi del 145% sui prodotti cinesi, portandoli al 30%, mentre la Cina ha accettato di abbassare dell’10% i dazi sui prodotti statunitensi. Greer e il segretario al Tesoro Scott Bessent hanno annunciato la riduzione dei dazi durante una conferenza stampa a Ginevra.
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