Nel 2024 la Pubblica Amministrazione italiana non ha saldato ben 8,15 miliardi di euro ai propri fornitori privati, nonostante le richieste di pagamento fossero state regolarmente presentate. È quanto emerge da un’analisi dell’Ufficio studi Cgia, basata sui dati diffusi dal Ministero dell’Economia e delle Finanze.
A fronte di 198 miliardi di euro di richieste, entro marzo 2025 ne sono stati liquidati 189,85. Il mancato saldo, dunque, non è un problema marginale, ma un fenomeno strutturale che continua a penalizzare migliaia di imprese italiane.
Italia fanalino di coda in Ue
Secondo Eurostat, lo stock complessivo dei debiti commerciali di parte corrente della PA italiana ammonta a 58,7 miliardi di euro, in lieve calo rispetto ai 59 miliardi del 2023. Tuttavia, in rapporto al Pil, l’Italia registra un’incidenza del 2,7%, la più alta tra i 27 Paesi Ue.
Per confronto: Germania 1,8%, Francia 1,5%, Spagna 0,7%, media UE 1,6%.
Tempi di pagamento: migliorano le medie, ma persistono gli escamotage
Un dato positivo arriva dai tempi medi di pagamento: nel 2024, per la prima volta dall’entrata in vigore della Direttiva Ue contro i ritardi (2013), la media ponderata è scesa sotto i 30 giorni. Il miglioramento è legato a:
- Vincoli UE per accedere ai fondi Pnrr
- Uso della Piattaforma dei Crediti Commerciali (Pcc), che monitora pagamenti e ritardi
Tuttavia, la Cgia denuncia due pratiche scorrette che falsano l’Indice di Tempestività dei Pagamenti (Itp):
- Pagare prima le fatture più grandi, ritardando quelle piccole: penalizza soprattutto le micro e piccole imprese.
- Posticipare l’autorizzazione all’emissione delle fatture: i dirigenti indicano ai fornitori quando fatturare, aggirando così i termini di legge.
Il nodo irrisolto e la proposta Cgia
Per porre fine al problema, la Cgia propone di introdurre per legge la compensazione secca, diretta e universale tra i crediti certi, liquidi ed esigibili verso la PA e i debiti fiscali/contributivi dovuti allo Stato.
Questo meccanismo, sostiene l’associazione, permetterebbe di tutelare la liquidità di migliaia di piccole e medie imprese.
Le situazioni peggiori
Nonostante i progressi medi, persistono casi critici, soprattutto nel Mezzogiorno e tra le società pubbliche locali. Nel 2024, ecco alcuni ritardi medi oltre i termini di legge:
- Rap Palermo: 88 giorni
- Asp Crotone: 88 giorni
- Comune di Cosenza: 57 giorni
- Atac Roma: 48 giorni
- Amat Palermo: 45 giorni
- Anas: 15 giorni
- Gse SpA: fino a 16 giorni nel I trimestre 2025
Anche alcuni ministeri, come Lavoro e Salute, hanno registrato ritardi medi di 13 giorni.
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