L’inflazione nell’Eurozona resta stabile al 2 per cento a luglio, lo stesso livello registrato a giugno. A confermarlo è Eurostat, che ribadisce la stima preliminare diffusa a inizio mese. Nell’Unione europea il tasso annuo si attesta invece al 2,4 per cento, in lieve crescita rispetto al 2,3 per cento di giugno.
Il contributo principale arriva dai servizi, con un impatto di +1,46 punti percentuali, seguiti da alimentari, alcol e tabacco, con +0,63 punti, beni industriali non energetici con +0,18 punti, mentre l’energia segna un calo di -0,23 punti.
Su base mensile non si registrano variazioni, contro il +0,3 per cento del mese precedente. L’inflazione “core”, che esclude le componenti più volatili come energia, cibi freschi, alcol e tabacco, cresce del 2,3 per cento su base annua, in linea con la stima preliminare e identica a giugno. La variazione mensile è negativa per -0,2 per cento, contro il +0,4 per cento del mese prima.
L’inflazione armonizzata della zona euro si conferma al 2,4 per cento su base annua, lo stesso livello di giugno. Nell’intera Unione europea, invece, il tasso si attesta al 2,4 per cento, in aumento rispetto al 2,3 per cento del mese precedente. Un anno fa era al 2,8 per cento.
Le differenze tra Paesi restano ampie. I valori più bassi si registrano a Cipro (0,1 per cento), in Francia (0,9 per cento) e in Irlanda (1,6 per cento). I più alti in Romania (6,6 per cento), Estonia (5,6 per cento) e Slovacchia (4,6 per cento). In Italia l’inflazione scende all’1,7 per cento dall’1,8 di giugno.
Nel Regno Unito l’inflazione di luglio è salita più del previsto, trainata dall’aumento delle tariffe aeree legato ai viaggi estivi e dal rincaro dei prodotti alimentari. Secondo l’istituto di statistica nazionale, i prezzi sono cresciuti del 3,8% su base annua, contro il 3,6% di giugno e oltre la stima degli analisti che indicava un +3,7%.
Nel frattempo a Ginevra la presidente della Bce Christine Lagarde ha commentato che le aliquote tariffarie concordate con gli Usa sono “in qualche misura più alte” rispetto a quanto stimato
dalla Bce di giugno, e andranno “messe i conto nelle nuove proiezioni di settembre che guideranno le nostre decisioni nei prossimi mesi”. Ha spiegato poi che in anticipazione dei dazi di Trump annunciati in primavera l’export verso gli Usa aveva visto un’accelerazione che ora si sta allentando.
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