Petrolio e gas osservati speciali. Il prezzo del Brent (+7%) ha chiuso venerdì in forte rialzo, uno dei maggiori movimenti percentuali in un solo giorno dall’inizio del conflitto tra Russia e Ucraina, dopo che durante la sessione era arrivato a sfiorare un incremento del 15%. I livelli attuali sono quelli del 2 aprile, due mesi e mezzo fa, e rappresentano forse un nuovo livello di equilibrio di mercato se il conflitto militare non si estenderà ulteriormente. In forte tensione anche il gas in Europa (+5,6% venerdì) per le preoccupazioni sulla sicurezza delle rotte di navigazione del gas naturale liquefatto (Gnl) nell’area. Sebbene i prezzi abbiano parzialmente ritracciato, la volatilità rimane elevata. Il timore riguarda le possibili interruzioni del corridoio energetico più importante al mondo, che potrebbe generare a cascata una serie di conseguenze tra cui una crisi energetica e un ritorno dell’inflazione. “L’Europa avvertono da Neuberger Berman – rimane molto sensibile a qualsiasi minaccia ai flussi dei principali produttori del Golfo o all’aumento dei rischi per la navigazione attraverso lo Stretto di Hormuz”.
Quali forniture più a rischio?
L’Iran è un importante esportatore di petrolio, con esportazioni recenti di greggio che si aggirano in media intorno a 1,5 milioni di barili al giorno, la maggior parte dei quali viene spedita in Asia, con la Cina come principale acquirente. La principale destinazione di esportazione dell’Iran si trova sull‘isola di Kharg, un sito altamente vulnerabile agli attacchi aerei e missilistici. “Se Israele dovesse colpire Kharg, una parte significativa delle esportazioni iraniane potrebbe essere interrotta, almeno temporaneamente, eliminando un’importante fonte di approvvigionamento che ha contribuito a bilanciare il mercato negli ultimi mesi”, spiegano gli esperti di Neuberger Berman.
Il rischio più grave però rimane lo Stretto di Hormuz, attraverso il quale transita ogni giorno circa il 20% del petrolio mondiale e una quota significativa di Gnl. “Una chiusura totale dello Stretto è improbabile. – sostiene la società di investimento privata – La maggior parte del petrolio e del Gnl che passano per Hormuz sono destinati ai mercati asiatici, soprattutto alla Cina, che è un partner cruciale per l’Iran. Interrompere questi flussi danneggerebbe gli interessi economici dell’Iran e rischierebbe di compromettere le sue relazioni strategiche. È più probabile, invece, che l’Iran utilizzi tattiche che creino incertezza e volatilità senza chiudere completamente lo stretto”.
L’infrastruttura energetica regionale rimane una delle principali vulnerabilità. Sia l’Iran che i suoi vicini del Golfo hanno giacimenti petroliferi critici, raffinerie e terminali di esportazione a portata di azione militare. Un attacco a una qualsiasi di queste risorse potrebbe rapidamente mettere fuori uso milioni di barili al giorno. Per quanto riguarda il mercato del gas, il miglioramento degli stoccaggi e la diversificazione delle importazioni di Gnl in Europa forniscono una certa protezione, ma qualsiasi interruzione dei flussi di Gnl del Qatar attraverso il Golfo avrebbe ripercussioni globali, costringendo l’Europa e l’Asia a competere più intensamente per i carichi disponibili.
Sul fronte della domanda e dell’offerta, la politica dell’Opec+ rimane centrale per le prospettive del mercato. “Se i barili iraniani dovessero uscire dalla produzione, la capacità di riserva della regione potrebbe esaurirsi rapidamente”, avvertono gli esperti. La capacità di riserva dell’Opec+ è stimata in circa 3-4 milioni di barili al giorno (e probabilmente oggi è più bassa, visti i recenti tagli), ma la maggior parte è concentrata in una manciata di paesi. Un eventuale conflitto, se si intensificasse e se portasse all’interruzione di forniture regionali più vaste, supererebbe rapidamente questo cuscinetto e farebbe salire i prezzi di molto. Allo stesso tempo, la domanda di petrolio è robusta, con i rischi tariffari che svaniscono, con l’avvicinarsi della stagione estiva di viaggio e di guida e con le scorte in molte regioni al di sotto delle medie storiche.
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