Hong Kong torna a parlare all’Europa, e decide di farlo proprio dall’Italia, con la 13ª edizione di “Think Business, Think Hong Kong”, format internazionale organizzato da Hong Kong Trade Development Council (HKTDC). Dopo l’edizione del 2014, l’evento tornerà a Milano, per essere precisi a palazzo Mezzanotte, il 27 novembre, per riaffermare il ruolo della città-stato come porta strategica tra Occidente e Asia.
Ma come l’ex colonia britannica può giocare un ruolo interessante per l’Italia? L’isolazionismo asiatico è ormai un ricordo sbiadito e Hong Kong ha la possibilità di diventare il centro della nuova trasformazione. Per esempio, dalla città stato con quattro ore di volo si raggiungono le principali aree asiatiche, e con cinque ore metà della popolazione mondiale. Un vantaggio geografico che, unito alla sua apertura economica e fiscale, la rende oggi più competitiva che mai. Solo per guardare a qualche dato: nel 2025 si stima una crescita del Pil del 3,1%, è considerato uno dei mercati più liberi, con nessuna tassa sulle importazioni e una tassazione sui profitti massima del 16,5%. Hong Kong punta anche a superare la Svizzera come primo centro mondiale per la gestione patrimoniale, grazie anche all’apertura a fondi e family office internazionali.
Dazi: per Trump Hong Kong è Cina, ma l’ex colonia rilancia sul libero mercato
Secondo Chris Lo, direttore regionale di HKTDC per l’Europa, la posizione americana, inaugurata dall’amministrazione Trump, continua a equiparare Hong Kong alla Cina continentale, applicando gli stessi dazi e restrizioni commerciali. “In pratica – ha spiegato l’esperto – paghiamo dazi quando esportiamo negli Stati Uniti, ma loro non ne pagano in Hong Kong. Questo perché, noi restiamo un’economia aperta, senza barriere, perché crediamo nel libero commercio.”
Una scelta di resilienza e fiducia nel mercato globale che contraddistingue Hong Kong, oggi più che mai attiva nel diversificare le proprie partnership e nell’attrarre investimenti europei.
Italia e Hong Kong, una relazione da rafforzare
Nel pratico, nonostante le incertezze sul panorama globale, Hong Kong continua a distinguersi come un ecosistema dinamico, internazionale e proiettato al futuro. Che grazie all’efficienza fiscale e all’accesso diretto al mercato della Cina continentale, diventa un ponte ideale per le imprese italiane che desiderano operare in Asia. Allo stesso tempo, Hong Kong offre grandi opportunità per le aziende asiatiche che guardano all’Europa – e in particolare all’Italia – come destinazione privilegiata per investimenti, innovazione e partnership industriali
Gianluca Mirante, direttore HKTDC per l’Italia, ha ricordato che la collaborazione economica tra i Italia e la città stato asiatica è di lunga data: “Hong Kong ha sempre creduto nell’Italia come partner commerciale, basti pensare che il primo ufficio a Milano è stato aperto nel 1972. Ma oggi serve uno sforzo in più: le imprese italiane, soprattutto le pmi, devono imparare a entrare davvero nei mercati asiatici, ricordandosi che capire l’aspetto culturale è il preludio del successo commerciale.”
Attualmente, sono 200 le aziende italiane operano a Hong Kong, ma il potenziale è molto più ampio. Ed è fondamentale ricordare che l’hub asiatico non si propone come concorrente della Cina, bensì come facilitatore, un vero e proprio ponte verso mercati più vasti e complessi.
Hong Kong è tornata. E guarda di nuovo all’Italia
Nel 2024, gli scambi commerciali tra Italia e Hong Kong hanno raggiunto il valore di 8,3 miliardi di dollari, posizionando l’Italia al quarto posto tra i partner commerciali nell’Unione Europea in quanto mercato di esportazione per Hong Kong e al terzo posto in quanto mercato di importazione.
Tra i Paesi dell’Unione Europea, l’Italia è risultata a fine 2023 il terzo investitore a Hong Kong per valore degli investimenti. Considerando il valore degli investimenti italiani in Asia, Hong Kong risulta essere al terzo posto tra le destinazioni preferite. Inoltre, alla fine del 2024, sono risultate operative a Hong Kong 200 società italiane.
A loro volta, investitori basati a Hong Kong hanno realizzato importanti investimenti diretti in Italia, portando Hong Kong a rappresentare il terzo investitore asiatico in Italia per valore degli investimenti. I settori più dinamici includono moda e beni di lusso, elettronica, food & beverage, oltre ai servizi professionali ad alto valore aggiunto, ambiti in cui l’eccellenza italiana è riconosciuta a livello globale.
Da qualunque prospettiva non ci sono dubbi: Hong Kong is back. E stavolta, sembra volerlo dire davvero al mondo intero.
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