L’India punta ad ampliare la propria presenza nei mercati farmaceutici semi-regolamentati di Africa, America Latina e Sud-est asiatico, con l’obiettivo di ridurre la dipendenza dagli Stati Uniti, dove le tensioni commerciali e il rischio di dazi rappresentano un’incognita. Come riferisce Reuters, il Pharmexcil, Consiglio indiano per la promozione delle esportazioni farmaceutiche prevede anche di incrementare le vendite di prodotti finiti in Cina per ridurre il forte squilibrio commerciale. Attualmente, infatti, l’industria farmaceutica indiana importa dal colosso asiatico oltre il 60% delle proprie materie prime e principi attivi.
Le esportazioni verso gli Stati Uniti – primo mercato di sbocco, che assorbe più di un terzo delle forniture indiane – sono cresciute del 20% fino a circa 10,5 miliardi di dollari nell’anno fiscale 2025. Il settore, dominato da versioni generiche a basso costo di farmaci di largo consumo, guarda quindi con crescente interesse ai mercati emergenti.
Reuters aveva già riportato, all’inizio della settimana, l’intenzione di Nuova Delhi di rafforzare le esportazioni farmaceutiche verso Russia, Paesi Bassi e Brasile. Il tema rimane legato anche ai rapporti con la Cina. Nell’anno fiscale chiuso a marzo 2025, l’India ha registrato con Pechino un deficit commerciale record di 99,2 miliardi di dollari, spinto dalle importazioni di elettronica e beni durevoli.
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