Il salvataggio dell’ex Ilva passa, al momento, da un testa a testa a stelle e strisce tra Flacks Group e Bedrock. Alla chiusura dei termini (la mezzanotte) le offerte sul tavolo per l’intero gruppo siderurgico dovrebbero essere quelle dei due player già in corsa ad agosto. Ma attenzione, il bando di gara è prefigurato in modo tale che in qualsiasi momento possa arrivare un’offerta estemporanea e prevalere su quelle già presentate. A bocce ferme, comunque, il risultato sembra più roseo del previsto. Con modalità del tutto inusuale – perché ha permesso al rivale ritocchi e aggiustamenti – dopo aver inviato l’offerta Flacks ne ha svelato a Bloomberg i dettagli. Michael Flacks, il fondatore dell’omonimo Flacks Group, non prevede alcun taglio di personale qualora la sua offerta vincolante per l’ex Ilva di Taranto dovesse risultare quella vincente. Anzi, ha dichiarato che l’obiettivo è assumere più personale e aumentare la produzione. “Abbiamo bisogno di 8.500 persone nel nostro business plan.”
Sede a Miami
Flacks e il suo gruppo, con sede a Miami, hanno offerto 1 euro per rilevare l’acciaieria e aumenterà gli investimenti per raddoppiare la produzione di acciaio a 4 milioni di tonnellate l’anno. Il governo italiano manterrebbe una quota del 40% in una nuova società, che Flacks acquisterebbe per una cifra compresa tra 500 milioni e 1 miliardo di euro in una data futura non specificata. “Non si può costruire un’acciaieria di queste dimensioni”, ha detto Flacks, nato nel Regno Unito. “Non si può importarne una dalla Cina. È una società unica.”
Flacks ha stimato in circa 5 miliardi di euro il costo complessivo del risanamento e ha dichiarato di aver già ottenuto l’appoggio finanziario di un gruppo di istituti italiani e statunitensi.
Produzione in calo
La produzione di Taranto è scesa a circa 2 milioni di tonnellate nel 2024, un calo di circa l’80% rispetto al picco degli anni 2000. La maggior parte degli 8.000 lavoratori è oggi in cassa integrazione. E i sito perde 3 milioni al giorno. Resta ora da vedere cosa proporrà Bedrock che, però, sul fronte occupazionale sacrifica maggiormente i numeri.
In parallelo, sulla partecipazione dello Stato è arrivata ieri una nuova apertura da parte del ministro del Made in Italy Adolfo Urso. Si tratta di una possibilità “piuttosto realistica se richiesta dal soggetto privato in corsa per la gara di acquisizione”.
Tentativi di rilancio che si scontrano con un teatrino dell’assurdo a Taranto dove la maggioranza che sostiene il sindaco Piero Bitetti scricchiola sul documento sottoscritto ieri da Comune, Regione, Provincia e sindacati e che prevede un ritorno al piano caldeggiato dal governo a luglio con 3 forni e 4 Dri. Malumori si registrano nelle fila dei Verdi e del Pd che si sono nettamente spaccati sul tema.
Leggi anche:
Ex Ilva, cresce la tensione. La Uilm: “Aggrediti da membri della Fiom”
L’acciaio chiama, lo Stato risponda
© Riproduzione riservata