Avanti verso il ritorno del nucleare: la tabella di marcia è fissata e il governo intende rispettarla per arrivare puntuale all’obiettivo strategico. “Il percorso parlamentare inizierà quando ci sarà il parere della Conferenza unificata, credo che sia a giorni“. ha dichiarato il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, rispondendo a una domanda sul provvedimento per il ritorno dell’Italia all’energia dell’atomo. “Credo che il nucleare sia fondamentale per il futuro del nostro Paese“, ha ribadito l’esponente di governo, sottolineando ancora una volta come la tecnologia abbia fatto passi da gigante anche in questo settore.
“Quando parliamo del nucleare, non parliamo delle grandi centrali di prima e di seconda generazione ma di quello che sarà il nuovo nucleare“, ha messo in chiaro il ministro. Secondo alcune recenti stime, lo sviluppo del nuovo nucleare in Europa e nel nostro Paese potrebbe generare un mercato complessivo di circa 46 miliardi di euro per la filiera industriale tricolore, con un valore aggiunto di 14,8 miliardi di euro e la creazione di circa 117mila nuovi posti di lavoro.
Intervistato al Forum Pa, in corso a Roma, Pichetto Fratin ha quindi riflettuto sul green deal. “È prima di tutto un’obiettivo, l’obiettivo della decarbonizzazione al 2050. Chiaramente l’obiettivo di fondo è di emissione zero, di essere neutri, di non concorrere più al riscaldamento terrestre e quindi di raggiungere prima di tutto al 2030 quello che è l’obiettivo di Parigi“, ha affermato, rimarcando al contempo una linea di pragmatismo (fattore decisivo spesso escluso dagli orientamenti Ue del recente passato). “È chiaro che va adattato nelle regole, nelle modalità al contesto realistico“, ha aggiunto il ministro al riguardo.
Nelle fonti energetiche – ha proseguito l’esponente di governo – “bisogna trovare l’equilibrio e ciò vuol dire naturalmente rendersi conto che abbiamo bisogno di tanta energia, perché ne stiamo consumando tanta. Vuol dire arrivare a ricercare tutte le soluzioni di mix energetico dove non c’è nessuna alternativa all’altra, forse l’alternativa la dobbiamo dare solo al fossile, ma nello spazio dei prossimi 30 anni, quindi al gas che è l’ultimo dei fossili utilizzabili. Però da lì noi dobbiamo andare avanti: aumentare l’idroelettrico, il geotermico, il fotovoltaico, l’eolico e poi dare continuità, io credo, con il nuovo nucleare“.
“Stiamo valutando in queste ore la revisione di quelle parti che sono state messe evidenza, annullate peraltro in alcuni passaggi, dal Tar“, ha quindi chiosato Pichetto Fratin a margine del proprio intervento al Forum Pa, esprimendosi sulla decisione della giustizia amministrativa del Lazio che chiede la modifica di parte del decreto sulle aree idonee per le fonti rinnovabili. “Il tutto deve essere anche compatibile con le ipotesi di valutazione della Corte costituzionale rispetto alle leggi regionali e anche alla legge nazionale. È un incrocio di temi, perché la sentenza non è una sola, sono state diverse“, ha concluso.
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