Nel suo intervento alla Giornata Mondiale del Risparmio 2025, organizzata dall’Acri, il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, ha delineato una strategia chiara: consolidare la resilienza finanziaria raggiunta e affrontare con decisione le sfide strutturali che ancora frenano la crescita italiana.
Panetta ha sottolineato che la tutela del risparmio non può essere separata dalla fiducia e dalla solidità dell’economia nazionale. Ha affermato che “lo sviluppo economico è la condizione essenziale per rafforzare la fiducia e valorizzare il risparmio degli italiani”, chiarendo come la capacità delle famiglie di pianificare il futuro e difendere il proprio potere d’acquisto dipenda da un’economia dinamica e vitale.
Il Governatore ha poi aggiunto che “solo un’economia dinamica e competitiva può offrire lavoro, garantire redditi adeguati e permettere alle famiglie di guardare al futuro con serenità, confidando che i figli possano godere di condizioni di vita migliori di quelle dei genitori”. In questa prospettiva, la fiducia del risparmiatore non è un effetto della stabilità, ma una sua precondizione.
La forza della disciplina fiscale
Negli ultimi anni l’Italia ha mostrato una significativa capacità di resistenza economica. Panetta ha ricordato che il prodotto interno lordo è cresciuto più che nel quinquennio precedente alla pandemia e in linea con il resto dell’area euro. Un segnale particolarmente incoraggiante arriva dal Mezzogiorno, dove il prodotto è aumentato dell’8 per cento dal 2019, superando la crescita del 5 per cento del Centro-Nord.
Secondo il Governatore, la prudenza nella gestione dei conti pubblici ha consolidato la credibilità del Paese. L’indebitamento netto è sceso drasticamente, con una previsione per il 2025 pari al 3,0 per cento del Pil, mentre il saldo primario, tornato positivo, dovrebbe salire allo 0,9 per cento. Panetta ha ricordato che il differenziale di rendimento tra titoli decennali italiani e tedeschi si è ridotto di circa 100 punti base negli ultimi due anni, segnale del rafforzamento della fiducia internazionale.
Ha tuttavia avvertito che questi progressi “vanno consolidati, proseguendo con determinazione nella direzione intrapresa”, poiché il contesto globale rimane complesso e il progressivo invecchiamento demografico rappresenta una sfida di lungo periodo.
Superare il limite dell’“1% Stentato”
Nonostante i segnali positivi, l’economia italiana continua a scontare una crescita troppo debole. Panetta ha osservato che nell’ultimo quinquennio il ritmo medio di espansione del Pil, pari all’1,1 per cento, è stato interamente dovuto all’aumento delle ore lavorate. La produttività totale dei fattori, invece, ha fornito un contributo “pressoché nullo”, mentre la riduzione del rapporto tra capitale e lavoro ha sottratto un punto percentuale alla dinamica cumulativa del prodotto.
Per il numero uno di Via Nazionale questo ritmo non è sufficiente: “È essenziale innalzare stabilmente il ritmo di crescita dell’economia oltre quell’1 per cento stentato su cui sembriamo esserci assestati, preparando fin d’ora il terreno per la fase in cui non saranno più disponibili i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza”.
Panetta ha indicato una strategia di innovazione integrata, fondata su tre ambiti decisivi: capitale umano, capitale fisico e capacità amministrativa. “Ora dobbiamo volgere l’attenzione alla crescita. Occorre concentrare gli sforzi sui nostri punti di debolezza, impegnandoci su tre ambiti decisivi: capitale umano, capitale fisico, capacità amministrativa. La parola chiave è innovazione”.
Secondo il governatore, l’innovazione non è solo tecnologia, ma un processo che investe le persone, le imprese e la Pubblica Amministrazione. L’accumulazione di capitale fisico è lo strumento primario per sostenere lo sviluppo e accrescere il potenziale produttivo in una fase di profonda trasformazione tecnologica. Sebbene gli investimenti siano tornati a crescere con vigore, è la loro
qualità a fare la differenza: secondo la Banca d’Italia, il moltiplicatore di un aumento permanente degli investimenti può addirittura triplicare quando le risorse sono indirizzate alla ricerca e allo sviluppo.
Il rafforzamento della capacità amministrativa è, per il Governatore, un passaggio imprescindibile. La disponibilità di fondi, anche ingenti come quelli del Pnrr, è inutile se non esistono strutture efficienti in grado di trasformare la spesa in crescita strutturale. Panetta ha ricordato inoltre che il declino demografico – con la popolazione in età lavorativa destinata a ridursi di oltre tre milioni di unità entro il 2035 – rende urgente un’accelerazione della produttività per compensare la contrazione della forza lavoro.
La competitività
Le esportazioni italiane restano un punto di forza: nel 2024 hanno superato dell’8 per cento i livelli pre-pandemici, a dimostrazione della capacità delle imprese di mantenere la qualità dei propri prodotti e contenere i costi. Tuttavia, Panetta ha avvertito che la competitività “non può essere data per acquisita”.
L’apprezzamento dell’euro, salito di oltre il 6 per cento sul cambio effettivo e di oltre il 12 per cento nei confronti del dollaro, sta erodendo la competitività di prezzo dei prodotti europei. Inoltre, l’accordo commerciale tra Unione europea e Stati Uniti ha comportato un aumento dei dazi medi effettivi sulle esportazioni europee, che per l’Italia è pari al 16,5 per cento.
Il governatore ha poi evidenziato il rischio di reindirizzamento dei flussi commerciali derivante dalla contrapposizione tra Stati Uniti e Cina. “Le esportazioni cinesi verso gli Stati Uniti sono diminuite di 43 miliardi di euro nei primi sette mesi dell’anno rispetto al 2024, mentre nello stesso periodo quelle verso l’Europa sono aumentate di 34 miliardi, interessando in ampia misura i settori a tecnologia avanzata”. In questo contesto, l’Italia si trova esposta a una duplice pressione esterna, valutaria e commerciale, che rende ancora più urgente investire in ricerca e sviluppo per difendere la propria posizione sulla frontiera produttiva globale.
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Il sistema bancario italiano è oggi, secondo Panetta, “tra i più redditizi e ben patrimonializzati d’Europa”. I rischi di credito restano contenuti e le imprese, grazie a una leva finanziaria più bassa rispetto alla media europea, godono di buona salute. “Il credito non è solo una variabile finanziaria: è la linfa che alimenta investimenti, innovazione e occupazione”, ha spiegato il governatore, invitando le banche a utilizzare questa fase favorevole per sostenere la crescita produttiva.
Panetta ha dedicato un passaggio specifico alle imprese di minori dimensioni, sottolineando che eventuali difficoltà di accesso al credito potrebbero frenare gli investimenti in un segmento cruciale dell’economia. Garantire condizioni di finanziamento adeguate alle piccole imprese, ha detto, è “essenziale per una crescita equilibrata e duratura del Paese”.
Verso l’Euro Digitale
Panetta ha affrontato anche la trasformazione della moneta e dei pagamenti in un mondo sempre più digitalizzato. Se da un lato strumenti come le stablecoin possono favorire i pagamenti internazionali, dall’altro, “in assenza di regole adeguate, questi strumenti possono generare rischi elevati per i risparmiatori, per la stabilità finanziaria e per la fiducia nella moneta”.
Il Governatore ha ribadito che “solo la moneta pubblica – emessa dallo Stato e dalle banche centrali – può generare quella fiducia duratura che assicura il buon funzionamento del sistema dei pagamenti e favorisce la circolazione dei mezzi di pagamento privati”.
L’Eurosistema, ha spiegato, sta lavorando su due fronti. Il primo riguarda i pagamenti all’ingrosso, con i progetti Pontes e Appia che utilizzeranno tecnologie a registri distribuiti (DLT) e avvieranno le sperimentazioni entro il 2026. Il secondo fronte è quello dell’euro digitale, pensato per i pagamenti quotidiani di famiglie e imprese. La fase di sviluppo inizierà il primo novembre, seguita da una fase di prova nel 2027 e dall’introduzione dello strumento nella prima metà del 2029.
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