Ordini di greggio sospesi per Reliance, la principale raffineria dell’India. Sarebbe questo uno dei primi obiettivi raggiunti dalle sanzioni imposte dal presidente americano Donald Trump contro Rosneft e Lukoil, le due big petrolifere russe, a seguito del rifiuto di Vladimir Putin di fare passi avanti nelle trattative per una tregua nel conflitto russo-ucraino. Il 21 novembre è il termine fissato per concludere o revocare gli accordi con le due sanzionate del Cremlino e Cina e India – i due principali finanziatori della guerra russa grazie agli acquisti di petrolio – cominciano a muovere le loro pedine.
L’uomo più ricco dell’India
Il colosso di Mukesh Ambani, l’uomo più ricco dell’India, starebbe infatti valutando di sospendere gli ordini di greggio russo, per timore di ripercussioni economiche a seguito dell’inasprirsi dei rapporti tra Stati Uniti e Russia. L’India negli ultimi anni è diventata uno dei principali importatori di greggio russo, cosa che ha più volte scatenato l’ira del presidente americano, fino a indurlo a imporre dazi al 50% al Paese guidato da Narendra Modi.
Reliance era il maggior beneficiario di gas russo a basso costo grazie alla firma di un contratto decennale di 500 mila barili di greggio al giorno proprio con Rosneft. Ma il danno delle sanzioni imposte da Trump, a seguito del fallimento del vertice di Budapest e della puntata di sberleffi andata in onda sulla televisione pubblica russa qualche giorno fa, pesa e potrebbe provocare la perdita all’accesso finanziario basato sul dollaro.
Il dollaro
Questo perché è il dollaro la valuta che regola le transazioni di greggio a livello internazionale e ciò implica che le aziende come Reliance, che operano globalmente, potrebbero avere grosse difficoltà a ottenere finanziamenti dalle banche statunitensi. Il principio alla base delle sanzioni che hanno colpito le big petrolifere Rosneft e Lukoil infatti è che nelle transazioni queste aziende non potranno più usare il dollaro per le operazioni di compravendita. Non si sa fino a che punto le sanzioni incideranno, ma il dietro front della big indiana è un primo oscuro segnale, anche perché l’India è il secondo importatore di greggio russo a livello globale. Il podio del primo posto lo detiene la Cina, che in questi anni di conflitto russo ucraino ha solo beneficiato dell’isolamento russo dal resto dell’Occidente. In quanto primo e più importante compratore dell’asset strategico per eccellenza del Cremlino, l’energia, ha fatto il bello e il cattivo tempo, stabilendo – con una buona dose di arroganza – il prezzo a cui acquistare il greggio.
La metà del petrolio acquistato dalla Russia infatti è destinato al Dragone, e adesso – riferisce Reuters – le principali compagnie petrolifere statali cinesi hanno già sospeso gli acquisti di petrolio che passano via mare.
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