L’Italia gioca di strategia. E guarda sempre più al Paese del Sol Levante. Mentre dagli Stati Uniti arrivano nuove bordate protezionistiche firmate Donald Trump, che minaccia dazi del 30% sull’Unione Europea dal primo agosto prossimo, Roma risponde sul piano geopolitico. E lo fa da Oriente, dove il Padiglione Italia all’Expo 2025 di Osaka si è dimostrato ben più di un semplice presidio espositivo, diventando piuttosto un avamposto strategico per la diplomazia della crescita. Il Padiglione ha infatti ospitato, in soli tre mesi, ben 367 eventi economici e culturali che hanno coinvolto oltre 5.480 partecipanti. Di questi, sono 104 quelli a carattere economico, che simboleggiano l’importanza dell’Expo quale leva per l’internazionalizzazione delle imprese italiane.
Nel contesto del Padiglione Italia, soprattutto, in appena tre mesi, sono stati firmati investimenti per 336 milioni di euro, che parlano il linguaggio delle imprese, del lavoro e della crescita. E che portano il nostro Paese su nuove traiettorie di sviluppo internazionale. Al centro dell’intesa industriale brilla Danieli, simbolo del nostro saper fare manifatturiero, che ha chiuso due contratti in Giappone per un valore di 200 milioni di euro. Ma la lista è lunga: NSG Group investirà 80 milioni per un forno ad alte prestazioni a San Salvo, Ebara Corporation aggiunge 6 milioni per ampliare lo stabilimento di Gambellara (Vicenza), mentre l’italiana DR Automobiles mette sul piatto 50 milioni per rilanciare l’automotive a Macchia d’Isernia, con un piano occupazionale da 300 assunzioni. Un segnale forte, in un momento in cui l’export europeo vacilla sotto il fuoco incrociato delle tariffe americane. L’Italia, invece, aggira il blocco e stringe un asse industriale con il Giappone che va ben oltre la vetrina espositiva.
L’importanza di questa via aperta verso il Paese del Sol Levante è particolarmente strategica, soprattutto in un momento in cui le tariffe annunciate da Trump sull’Ue aggravano il grado di instabilità dei mercati e delle relazioni commerciali. “L’introduzione da parte dell’amministrazione Trump di una tariffa doganale del 30%, si stima, in via molto prudenziale, che avrà un impatto economico sulle esportazioni italiane attorno ai 35 miliardi euro all’anno“, ha sottolineato l’Ufficio studi della Cgia di Mestre.
Il Padiglione italiano a Osaka, dunque, non è solo immagine. È un laboratorio operativo dove le istituzioni italiane – dalla presidenza del Consiglio alla Farnesina, dal MIMIT all’ICE, fino a Invitalia – hanno dimostrato cosa significa fare gioco di squadra. 367 eventi in tre mesi, di cui 104 a carattere economico, con oltre 3.100 partecipanti da imprese italiane e giapponesi. Più di 90 incontri B2B, un evento settimanale per attrarre investimenti esteri, e 18 Regioni su 20 presenti a rotazione con installazioni, showcooking, tecnologie e tradizione. Il tutto con una regia istituzionale compatta e silenziosa, che ha prodotto risultati. Senza proclami.
Il successo del Padiglione non si misura solo in euro, ma anche in presenza. 172 eventi culturali, 103 spettacoli nel teatro interno, concerti e performance nelle location più prestigiose di Osaka e Kyoto. E poi il metaverso, con 160mila accessi in meno di un mese, e la Venere di Venafro, che ha superato 6 milioni di visualizzazioni su X. Nel complesso, i contenuti digitali hanno raggiunto quota 30 milioni di visualizzazioni. Numeri da record.
Memorandum, delegazioni, visioni comuni
Nel Padiglione Italia sono già passate 207 delegazioni ufficiali, di cui 101 imprenditoriali e 106 istituzionali e culturali. Non solo: 12 memorandum d’intesa firmati tra università, camere di commercio e centri culturali. Un piccolo trattato multilaterale firmato in silenzio, che rafforza legami tra territori, scuole, atenei e aziende.
Non manca nemmeno il lato umano: il progetto Docodemo Expo, unico nel suo genere, ha consentito a 33 bambini ricoverati negli ospedali giapponesi di visitare virtualmente il Padiglione grazie a robot assistiti da remoto. Tecnologia e cuore.
Italia in movimento
L’Italia che a Osaka firma investimenti, racconta sé stessa con la forza delle idee e con il peso delle imprese. E manda un messaggio chiaro: quello di una resilienza quantomai necessaria in tempi di eccezionale instabilità e di incertezze.
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