La banca d’investimento statunitense Xtellus Partners ha suggerito al Tesoro americano di utilizzare i ricavi della vendita delle attività estere di Lukoil per risarcire gli investitori degli Stati Uniti colpiti dal congelamento delle loro partecipazioni dopo l’invasione russa dell’Ucraina. Lo riferisce Reuters, che aggiunge che BlackRock, JP Morgan e Goldman Sachs hanno registrato perdite per miliardi quando, tra il 2022 e il 2023, hanno prima congelato e poi azzerato le posizioni in società russe, tra cui Lukoil.
Secondo quattro fonti citate dall’agenzia stampa, Xtellus ha proposto a Washington uno scambio: i titoli Lukoil ancora in mano agli investitori americani verrebbero ceduti alla stessa compagnia russa tramite una transazione non in contanti, in cambio delle sue attività internazionali. Xtellus sta seguendo l’operazione per conto del miliardario statunitense Todd Boehly e di Allied Investment Partners, gruppo di investitori degli Emirati Arabi Uniti, che lavorano insieme al progetto. Boehly non ha rilasciato dichiarazioni; Allied non ha risposto.
Le attività estere di Lukoil, valutate circa 22 miliardi di dollari, stanno attirando numerosi potenziali acquirenti, dal fondo statunitense Carlyle a Chevron. A ottobre gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni a Rosneft e Lukoil per aumentare la pressione su Mosca. Lukoil è risultata la più penalizzata: le sue operazioni internazionali – dall’Iraq alla Finlandia – si sono fermate. La società ha tempo fino al 13 dicembre per completare le cessioni, ma secondo due fonti ha chiesto una proroga. Un pagamento in azioni, spiegano altre fonti, consentirebbe di chiudere più in fretta, aggirando il blocco occidentale sui trasferimenti di denaro verso Lukoil.
Prima della guerra, gli investitori occidentali detenevano più di un quarto del capitale della compagnia, oggi valutata intorno ai 50 miliardi di dollari. Se la proposta avanzasse, Boehly e Allied puntano a rivendere gli asset internazionali a grandi gruppi energetici: eventuali acquirenti dovrebbero però coordinarsi con Lukoil prima di ottenere il via libera del Tesoro statunitense.
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