Bernard Arnault torna a investire. E lo fa in Costa Azzurra. Il presidente del gruppo Lvmh ha ufficializzato di recente l’acquisizione di uno degli indirizzi più esclusivi del Mediterraneo, l’hotel Cap Estel di Èze, tra Nizza e Monaco. Un affare da 200 milioni di euro, condotto attraverso la holding di famiglia Financière Agache. È l’ultima mossa di una strategia che appare abbastanza chiara: trasformare il portfolio del gruppo in un impero dell’ospitalità d’élite. Dopo i marchi Belmond, Cheval Blanc e Bulgari, le quote in Orient Express e La Résidence de la Pinède a Saint-Tropez, Arnault mette così un altro tassello nella sua scacchiera dorata affacciata sul blu del Mediterraneo.
Cap Estel è una dimora a cinque stelle incastonata su una penisola privata di due ettari, con 20 camere e suite che si affacciano direttamente sul mare, due piscine — di cui una a sfioro che sembra tuffarsi nell’orizzonte — un campo da tennis e un ristorante gourmet guidato dallo chef Kévin Garcia, già al timone del Jules Verne di Parigi. Insomma: molto più di un hotel. Il costo per soggiornare una notte? A settembre (dunque a chiusura dell’asta stagione), varia da 2mila euro a quasi 6mila per la Cap Dream Suite Imperial.
Costruito nel 1899 dallo scrittore irlandese Franck Harris, amico intimo di Oscar Wilde, Cap Estel ha conosciuto gli echi della storia e i riflessi dello star system. Si dice che i Beatles abbiano trovato qui l’ispirazione per Michelle. Greta Garbo lo scelse per il suo silenzio, David Niven per la sua luce, i Rolling Stones per il suo carattere indomabile.
Con un patrimonio personale che nel 2025 si stima in 149,3 miliardi di euro, Arnault non si accontenta di presidiare l’universo della moda e del beauty. Il suo interesse crescente per l’hôtellerie di lusso è la naturale estensione di un percorso di investimenti che mira all’unico ambito del lusso (quello dell’assoluta esclusività, in questo caso declinata nell’hotellerie) resistito agli scossoni subiti negli ultimi tempi dal settore.
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