“Gli aeroporti hanno la traiettoria in crescita di un mercato azionario” e per cogliere questo sviluppo, legato a doppio filo con la competitività del Paese, Adr chiede più autonomia e 9 miliardi per crescere.
Intervenendo al convegno “Le infrastrutture aeroportuali e lo sviluppo del trasporto aereo” all’Università Bicocca, l’ad di Adr Marco Troncone, ha illustrato le necessità finanziarie e strategiche per lo sviluppo dello scalo di Fiumicino, il primo in Italia.
Uno sviluppo cruciale nel quale “vanno evitati i colli di bottiglia che si presenteranno per la crescita importante del traffico aereo”, sottolinea Andrea Giuricin, economista e docente di economia dei trasporti all’Università Bicocca di Milano nel suo inedito studio che ha fatto da cornice all’evento.
Secondo Adr, per portare avanti il piano infrastrutturale servono circa 9 miliardi: “Una parte può essere coperta dallo stesso aeroporto, ma è indispensabile che il soggetto proprietario e le istituzioni competenti consentano a Fiumicino di operare con le necessarie autonomie e nel proprio interesse operativo”.
Il ceo ha sottolineato la necessità di guardare oltre l’orizzonte immediato: progettare su un arco temporale di 5-10 anni, puntando sulle soluzioni che hanno dimostrato efficacia. Negli ultimi anni Aeroporti di Roma ha realizzato investimenti per circa 3 miliardi, ma la crescita del traffico – stimata intorno al 10% annuo nell’ultimo decennio per l’area romana – richiede interventi strategici di medio-lungo periodo.
“Occorrono programmazione politica e scelte di visione per evitare disallineamenti”, chiosa Troncone.
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Un appello che ha radici nello studio di Giuricin che mette in evidenza la straordinaria crescita del traffico italiano (con il sorpasso sulla Francia) e l’occasione che può cogliere l’Italia che è, con la Spagna, un passo avanti rispetto a molti Paesi Ue.
“Se si prendono i dati Eurostat è evidente che tra il 2019 e il 2024, l’Italia è cresciuta di quasi il 14% mentre la media europea di crescita nel quinquennio è stata solo dell’1,8%, dimostrando che il rimbalzo post-Covid19 non è stato identico a tutti i paesi”, spiega Giuricin.
L’Italia, in particolare, conferma il trend anche nel 2025 “con una crescita del 5% sull’anno precedente, arrivando a 285 milioni di passeggeri”, ha aggiunto il direttore generale di Enac, Alexander D’Orsogna. “Di questi – ha sottolineato – circa la metà sono concentrati nei sistemi aeroportuali di Roma e di Milano, ma sono in crescita anche altri sistemi, come Venezia, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna”.
Numeri lusinghieri che vanno però a braccetto con il concetto di congestione che “sta diventando un problema importante, in particolare per Roma Fiumicino, perché nelle ore di picco lo spazio per ulteriore crescita quasi non esiste e non è possibile, nel mondo aereo moderno che funziona a onde, attrarre compagnie aeree ad orari improbabili”, spiega lo studio
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