Aristoncavi, Buffetti, 1000 Miglia, Sagra e Bonaventura Maschio sono solo cinque dei 12 brand che da settembre hanno ottenuto il riconoscimento di marchio storico: un tipo particolare di marchio d’impresa che si ottiene quando si commercializzano prodotti o servizi per un periodo di tempo di almeno 50 anni. Mezzo secolo di storia che viene riconosciuto con l’iscrizione al Registro dei marchi storici e che consente di utilizzare, per scopi commerciali e promozionali, il marchio dell’Uibm «Marchio Storico» certificando così il valore aziendale, rafforzandone il prestigio e l’autenticità.
Un asso nella manica che favorisce l’export, ed è di fatto uno strumento di marketing che, utilizzato nella comunicazione e promozione dell’azienda storica, diventa leva competitiva a tutela della originalità del prodotto made in Italy rispetto a copie e contraffazioni. Un’azienda la cui storicità è verificata e riconosciuta da un ente pubblico avrà infatti una maggiore leva di attrazione per il cliente. Avere mezzo secolo di storia, tuttavia, non basta.
Chi è titolare del marchio deve dimostrare al Mimit che questo sia storicamente collegato al territorio nazionale o, più precisamente, che identifichi un’entità produttiva nazionale di eccellenza storicamente collegata al territorio. Requisito, quest’ultimo, che deve essere mantenuto anche successivamente all’ottenimento del logo «marchio storico», pena la perdita del diritto al suo utilizzo.[TESTO-BASE]
In particolare, questo significa che, ad esempio, se un’azienda storica viene acquistata da una proprietà stranier[/TESTO-BASE]a e sposta all’estero la produzione, perderà il privilegio dell’utilizzo del logo.
Entrambi i requisiti devono comunque essere presenti contemporaneamente e devono poter essere dimostrati in via documentale al momento della presentazione della domanda.
A oggi le istanze presentate sono state 1.087 (di cui food 404). Le istanze accolte sono state 928 (di cui food 355), quelle rifiutate 85 e quelle sotto esame sono 74. Con l’accesso allo speciale albo delle imprese di interesse nazionale, l’azienda riceve particolare tutela perché considerata strategicamente rilevante per l’economia nazionale. A differenza di quella conferita dalla regolare registrazione, questa tutela funziona «a doppio senso» perché, oltre a proteggere l’azienda, garantisce anche l’economia nazionale. Anche per questo, l’Italia si impegna attivamente a fornire supporto per partecipare a determinate gare d’appalto pubbliche; e istituendo l’accesso al «fondo per la tutela dei marchi storici» che ha lo scopo di supportarli economicamente in caso di difficoltà. Il fondo, con il decreto legge del 19 maggio 2020, è stato sostituito con l’equivalente e più ampio «fondo salvaguardia imprese» così modificato dopo l’emergenza del Covid-19.
A settembre, sono stati 12 i marchi ammessi: Tombolini, una realtà familiare da tre generazioni che da circa 60 anni opera combinando tradizione e innovazione nel settore dell’abbigliamento di lusso e formale; Sagra, brand di olio d’oliva creato nel 1959 dalla Carlo Erba; Valenti, fondato a Milano nel 1929 e specializzato in illuminazione e arredo di design; Conad consorzio nazionale, un’organizzazione di imprenditori indipendenti del commercio al dettaglio nata nel 1962 e oggi catena della grande distribuzione organizzata in Italia; Mellin, marchio storico di prodotti per la nutrizione infantile, presente in Italia dall’inizio del ‘900; Buffetti, fondata nel 1852 a Rovigo da Luigi Buffetti come tipografia; Bonaventura maschio, antica distilleria italiana, attiva da cinque generazioni, famosa per la sua storia di famiglia e l’innovazione nella distillazione; Gazzetta di Mantova, il quotidiano più antico d’Italia, fondato nel 1664; Gambrinus, Gran Caffè Gambrinus di Napoli, un’istituzione fondata nel 1860, diventata un’icona della città e un simbolo della cultura e tradizione napoletana, noto per la sua bellezza, l’eleganza Liberty e la sua funzione di tempio letterario e punto di ritrovo per intellettuali; 1000 Miglia, la «corsa più bella del mondo»; Nuovo Pignone, azienda italiana fondata nel 1842 come fonderia a Firenze, trasformata in Nuovo Pignone nel 1954 dopo la sua acquisizione da parte di Eni; Aristoncavi, azienda storica italiana dal 1958 di Brendola (Vicenza), specializzata nella produzione di cavi elettrici speciali, in particolare quelli isolati in gomma per applicazioni industriali.
E, infine, Pakelo: azienda italiana di lubrificanti, fondata nel 1930 da Italo Rino Polacco.
L’azienda, giunta alla terza generazione della famiglia Polacco, è specializzata in prodotti di nicchia per settori come Formula 1, autotrazione, movimento terra, e auto e moto d’epoca, con un forte focus su ricerca e sviluppo per ottenere soluzioni innovative e su misura.
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