Il Capodanno si apre all’insegna della continuità nei consumi delle famiglie italiane. Senza slanci, ma anche senza arretramenti, la spesa per il cenone domestico cresce ancora e conferma come la fine dell’anno resti un appuntamento centrale nei bilanci familiari. La spesa media per nucleo sale a 127,2 euro, circa il 2% in più rispetto al 2024, proseguendo un percorso di crescita avviato nel 2022, dopo gli anni di frenata legati alla pandemia.
Lo certifica il centro studi di Unimpresa che intercetta una tendenza coerente col passato. Nel 2020 e nel 2021 la spesa media si fermava intorno ai 100 euro, con consumi compressi dall’incertezza e dalle restrizioni. Dal 2022 in avanti il profilo cambia: 109 euro nel 2022, 115 nel 2023, oltre 124 nel 2024, fino al livello attuale. In cinque anni l’aumento complessivo sfiora il 28%, una dinamica che prima ha incorporato l’impatto dell’inflazione e poi si è tradotta in una normalizzazione dei consumi su livelli più elevati.
La stessa tendenza emerge guardando ai numeri complessivi. Applicando la spesa media alle circa 26,3 milioni di famiglie residenti in Italia, la spesa totale per il solo cenone di Capodanno supera i 3,3 miliardi di euro, in crescita di circa il 2% rispetto all’anno scorso. Nel biennio 2020-2021 il valore complessivo oscillava tra 2,6 e 2,7 miliardi: il confronto indica oggi un balzo superiore al 25%, segno che il recupero post-pandemico è ormai consolidato.
Nel quadro che ne emerge, il Capodanno appare come una spesa difficilmente comprimibile. Le famiglie continuano a muoversi con cautela, selezionano con maggiore attenzione prodotti e quantità, riducono gli eccessi, ma non rinunciano al valore simbolico della ricorrenza. La crescita dei consumi è oggi più lenta e ordinata rispetto agli anni della fiammata inflattiva, ma la traiettoria avviata dal 2022 sembra essersi stabilizzata. Per Unimpresa, questi dati segnalano una ritrovata capacità di adattamento del sistema economico e una fiducia che, pur misurata, continua a sostenere la domanda interna e il tessuto delle piccole e medie imprese. Allo stesso tempo, il quadro resta disomogeneo: accanto a una maggioranza di famiglie in grado di affrontare le spese delle festività, persistono aree di fragilità economica e disuguaglianze territoriali.
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