Nel cuore delle Ogr di Torino, luogo simbolo di rigenerazione e oggi laboratorio di innovazione, la Fondazione Crt ha presentato il nuovo piano strategico 2026-2028: 620 milioni di euro destinati al territorio, di cui 350 in erogazioni e 270 in investimenti per lo sviluppo. Una scelta che interpreta in chiave operativa il claim «Cura, Crescita, Meraviglia», bussola del nuovo ciclo, e che ha guidato l’intero convegno «Dare Spazio al Valore», organizzato davanti a oltre 500 rappresentanti delle istituzioni, dell’economia, della ricerca e del Terzo settore.
La presidente Anna Maria Poggi ha delineato la visione che sorregge il piano triennale, insistendo sul ruolo delle fondazioni in una fase di trasformazione accelerata. «Il ruolo delle fondazioni bancarie oggi non è solo sostenere, ma agire come soggetti innovatori, tessitori e sussidiari», ha detto, sottolineando l’importanza di abilitare processi e rafforzare gli ecosistemi territoriali. Per Poggi il cuore del nuovo percorso sta nell’equilibrio tra valori e pragmatismo: «Il futuro è cura, crescita, meraviglia», ha ribadito spiegando che queste tre parole diventano concrete solo quando nascono «dallo studio, dall’analisi attenta delle situazioni e dall’ascolto».
Il piano 2026-2028 nasce infatti da un lavoro di consultazione capillare che ha coinvolto tutte le province piemontesi e valdostane e 729 organizzazioni del Terzo settore, delineando cinque ambiti centrali: benessere e prossimità, educazione e autonomia, lavoro accessibile, comunità partecipi e conoscenza che innova. Attorno a queste direttrici si sviluppano tre progetti emblematici: il grande programma di alfabetizzazione all’intelligenza artificiale creato con l’Università di Torino, l’investimento di 30 milioni sulle Ogr e il nuovo centro di ricerca del Museo Egizio dedicato alla cultura materiale scritta dell’Antico Egitto, dove tecnologie avanzate e competenze filologiche si intrecceranno per consolidare una leadership internazionale. «La nostra ambizione è trasformare ogni investimento in un moltiplicatore di opportunità, perché una comunità cresce davvero solo quando ciascuno può vedere riconosciuto e valorizzato il proprio potenziale», ha sottolineato la presidente.
La sostenibilità del piano poggia su una struttura patrimoniale solida: oggi la Fondazione Crt custodisce quasi 6 miliardi di euro, più che raddoppiati rispetto ai 2,6 miliardi attribuiti alla nascita nel 1991. Nel presentare i risultati economici, Poggi ha ricordato anche gli esiti positivi delle partecipazioni strategiche in Unicredit e Generali, osservando come «siamo riusciti a moltiplicare il valore del patrimonio grazie a una gestione rigorosa e competente». Una solidità che consente alla Fondazione di programmare interventi di lungo periodo restando vicina ai territori.
Nel suo intervento, la segretaria generale Patrizia Polliotto ha contestualizzato questi numeri nella storia dell’ente, ricordando che «il patrimonio non è un fine, ma uno strumento al servizio del territorio» e sottolineando come in 35 anni la Fondazione abbia erogato circa 2 miliardi di euro per oltre 45mila progetti. «Le Ogr non sono solo un luogo simbolico, ma la prova concreta di ciò che accade quando si investe con visione. Qui si incontrano competenze, creatività e ricerca, ed è da queste connessioni che nasce quel valore condiviso che vogliamo continuare a generare», ha specificato Poggi.
Se la presidente ha disegnato la visione del nuovo triennio, Polliotto ne ha evidenziato il metodo: la responsabilità verso il patrimonio, la prossimità ai bisogni reali, l’importanza di misurare l’impatto. Il racconto ha restituito l’immagine di una governance salda e coerente, impegnata a costruire valore condiviso insieme agli attori del territorio. «Dare spazio al valore significa riconoscere ciò che unisce, riconoscere la possibilità, il potenziale», ha concluso Poggi. La Fondazione Crt ha inaugurato così un triennio in cui innovazione, inclusione e conoscenza non sono linee parallele, ma parti dello stesso disegno: un progetto collettivo di cura, crescita e meraviglia.
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