Adriana Tavella è un’agricoltrice-artista di 26 anni delle campagne di Crotone, in Calabria, dove coltiva fiori come alisso, non ti scordar di me, viole, erica, camomilla, ortensia, rose sfumate, verbena, finocchio e lobelia. Varietà anche rare che diventano dei bellissimi gioielli con l’aiuto della resina e di altri materiali. In collaborazione con un’altra azienda agricola della Coldiretti, Lady Tropea, ha inoltre creato una linea di monili, dagli anelli alle collane, con la cipolla rossa di Tropea Igp essiccata.
Nell’orto di famiglia il processo segue il ritmo delle stagioni, dalle quali dipendono le fioriture delle piantine che vengono poi raccolte e fatte essiccare per quasi un mese e in modo naturale tra le pagine di antichi libri, per poi passare alla fase più artigianale della fissazione all’interno della resina che viene colata su piccole cornici dorate.
«Con i fiori realizzo gioielli, che sono vere e proprie composizioni in miniatura. Ogni creazione è infatti un piccolo dipinto che cattura la magia della natura», dice Tavella, parlando con orgoglio del proprio lavoro. E ancora: «Grazie alla resina, trasformo ogni fiore in un legame indissolubile con la natura e chi la custodisce. La resina permette di racchiudere qualsiasi elemento al suo interno, rendendo ogni pezzo unico. La scelta dei fiori è il risultato di una ricerca appassionante che abbraccia sia le varietà di uso comune sia quelle meno conosciute». L’arte di Adriana Tavella è una celebrazione della bellezza transitoria dei fiori, trasformata in un tesoro immortale. È un modo per portare sempre con sé un pezzo di natura, un ricordo, un’emozione che non svanisce. Ed è anche il frutto di una passione che Adriana coltiva da giovanissima, dal 2021, e che è cresciuta anche grazie alla figlia Dalia, la quale partecipa attivamente alla raccolta e alla selezione dei fiori e collabora all’essicazione e alle varie fasi di realizzazione di vere e proprie opere d’arte naturali, uniche ed irripetibili. Quella di Adriana è la storia di una giovane mamma che abbatte stereotipi che ancora resistono e che grazie alla propria intraprendenza ha partecipato alla finale dell’Oscar Green, promosso dai Giovani Coldiretti.
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