Dal palco del convegno dei Giovani Imprenditori di Confindustria a Capri, Diego Della Valle, presidente di Tod’s, torna a parlare del caso che ha investito il suo gruppo. E lo fa con toni fermi ma misurati, chiedendo di riportare il confronto su un terreno di “ragione e rispetto”.
“Per quanto mi riguarda non deve essere una polemica, è un invito a ragionare, a riflettere”, ha esordito l’imprenditore marchigiano, spiegando come il dibattito sulla filiera produttiva e i controlli nel mondo della moda non possa ridursi a slogan o accuse generiche. “Il nostro è un mondo che non ha paura di farsi controllare, non facciamo niente di strano. Possiamo sbagliare, ma mai con fraudolenza”, ha aggiunto.
Della Valle ha respinto con decisione ogni accusa di sfruttamento o caporalato che in questi giorni ha toccato Tod’s: “Dire che c’è del caporalato in gruppi come i nostri è la più grossa stupidaggine che si possa dire. Venite a vedere le aziende, veniteci a visitare. Le nostre aziende non sfruttano nessuno. Il caporalato riguarda un altro mondo, non noi. È offensivo paragonarci a queste cose”.
Il patron di Tod’s ha ribadito la fiducia nella magistratura, ma ha anche invitato a un uso più equilibrato del potere investigativo e mediatico. “Conosco molti magistrati, gente in gamba, preparata, e anche loro devono fare in modo che non scappino via sulle fasce laterali quei ragazzi che pensano di essere padroni del mondo solo perché nessuno reagisce mai. Non dobbiamo lasciar perdere, anche per rispetto della magistratura seria”.
Leggi anche:
– L’editoriale di Osvaldo De Paolini Lusso assoluto
–Armani con EssiLux, il magnifico incastro fatto di lusso assoluto che piace agli analisti
– Lusso, ora comanda lo 0,1% più ricco
Riferendosi al procuratore Paolo Storari, che si occupa dell’inchiesta sul gruppo, Della Valle ha proposto un gesto concreto di trasparenza: “Venite a visitarci. Facciamolo diventare usuale, come uno stage. Vedrete aziende fatte di persone perbene, che vengono quasi sempre dal mondo del lavoro”.
L’imprenditore ha poi ricordato le radici familiari e artigiane di tante realtà italiane come la sua: “Siamo quasi tutti di prima o seconda generazione, sappiamo cosa vuol dire avere un’azienda piccolina, artigianale, che cresce. Non abbiamo le holding all’estero e non lasciamo le perdite all’Italia. Siamo italiani veri”.
Della Valle ha chiesto istituzioni più consapevoli e normative più adatte alla complessità del sistema produttivo: “Servono leggi adeguate, che controllano meravigliosamente tutto, ma dateci la possibilità di lavorare e di non essere massacrati da scoop mediatici che durano 24 ore e poi non ne resta nulla”.
Infine, un appello alla misura e al rispetto reciproco: “Nel nostro lavoro viviamo di modestia, altrimenti non cresciamo. Anche a loro, forse, un po’ di modestia non guasterebbe”.
© Riproduzione riservata