Profitti in crescita per Enel. L’utility ha riportato un utile netto pari a 3.823 milioni di euro, in crescita del 4,4% rispetto ai 3.663 milioni di euro del primo semestre 2024. I ricavi sono ammontati a 40,82 miliardi di euro, +5,4% rispetto all’analogo semestre dello scorso anno. L’ebitda ordinario è salito dello 0,9% a 11,47 miliardi. Enel rimarca come la riduzione dei margini in Italia, sia nel retail, per i minori prezzi medi applicati ai clienti finali, che nelle rinnovabili per la minore disponibilità della risorsa idrica, è stata più che compensata dal positivo contributo delle reti in Italia, Spagna e Argentina e dei business integrati in Spagna. L’apporto dell’America Latina sarebbe stato maggiore escludendo l’effetto cambio, che nel primo semestre 2025 ha avuto un impatto negativo di circa 270 milioni di euro in confronto all’anno precedente.
L’indebitamento finanziario netto al 30 giugno risulta di 55.447 milioni di euro, in calo dello 0,6% rispetto ai 55.767 milioni di euro di fine 2024.
“I risultati del primo semestre 2025 confermano ancora una volta l’efficacia della nostra strategia di capital allocation e delle iniziative di advocacy in Europa e nelle Americhe, che ci hanno consentito di migliorare il profilo rischio-rendimento del gruppo riducendo l’esposizione alla volatilità dei mercati energetici e aumentando la visibilità sull’evoluzione del business”, ha dichiarato l’amministratore delegato di Enel, Flavio Cattaneo.
“La creazione di valore continua a guidare tutte le nostre azioni: si prevede che l’utile netto ordinario di gruppo si attesterà a fine anno nella parte più alta della guidance”, ha aggiunto Cattaneo.
Al via buyback da 1 miliardo
Il cda di Enel oggi ha approvato l’avvio di un programma di acquisto di azioni proprie per un esborso
complessivo fino a 1 miliardo di euro e un numero massimo di azioni in ogni caso non superiore a 495 milioni, equivalenti a circa il 4,87% del capitale sociale. Il programma, previsto da domani primo agosto a
non oltre il 31 dicembre 2025, è volto a riconoscere agli azionisti una remunerazione aggiuntiva rispetto alla distribuzione dei dividendi per effetto dell’annullamento delle azioni proprie acquistate per tale finalità.
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