IL GOVERNO PRONTO PER LA MAXI CAUSA
“La gestione di ArcelorMittal all’ex Ilva ha causato danni per 4 miliardi di euro”. La rivelazione arriva direttamente dal ministro delle Imprese Adolfo Urso che, nel question time al Senato, ha alzato il velo sui danni della gestione franco indiana che ha portato all’amministrazione straordinaria del polo siderurgico tarantino.
Non “un’uscita” casuale visto che secondo quanto appreso da Moneta entro un paio di settimane il Governo depositerà la causa contro il player dell’acciaio che, a inizio 2025, ha a sua volta chiamato in giudizio lo Stato italiano.
“Mittal aveva programmato anche la chiusura dell’ultimo altoforno. E sarebbero saltati tutti gli impianti. Era rimasto un solo altoforno. Con quattro giorni di materie prime“, ha detto Urso tratteggiando lo stato in cui i commissari hanno trovato il sito.
Nave rigassificatrice
“Abbiamo riattivato un altoforno – ha detto riferendosi all’alfoforno 1 riacceso a metà ottobre dell’anno scorso, purtroppo un incidente, oltre cinque mesi fa, lo ha posto sotto sequestro probatorio”. Si tratta sempre dell’altoforno 1 dove su una delle tubiere è scoppiato un incendio il 7 maggio. “La perizia è cominciata l’1 ottobre, cinque mesi dopo – ha affermato il ministro – cinque mesi per iniziare una perizia, non per concluderla. L’altoforno è unico per questo motivo – ha specificato Urso riferendosi all’attuale condizione di produzione di Taranto – e ovviamente non può produrre più di due milioni di tonnellate. Abbiamo previsto che potesse svilupparsi a Taranto il polo del preridotto, ma prendiamo atto che il Comune non vuole la nave di rigassificatrice e quindi verosimilmente il polo del preridotto che gli offerenti ci chiedono, sarà realizzato nel territorio che lo ospiterà. Io ho fatto 38 riunioni sull’ex Ilva. Con il sindacato sempre. Vorrei che partecipassero anche gli enti locali con volontà costruttiva – ha rilevato Urso – perchè la scommessa non è di questo Governo, ma di questo Paese, anche perchè la crisi risale a qualche anno fa, e vorremmo che tutti partecipassero con la stessa volontà costruttiva in quella che è una sfida titanica, ma che noi sappiamo di poter vincere se c’è il concorso di tutte le parti”.
Lo sciopero del 16 ottobre
Intanto hanno preso il via le assemblee dei lavoratori ex Ilva in vista dello sciopero proclamato da Fim, Fiom e Uilm per il 16 ottobre. Mercoledì, si legge in una nota, “si sono tenute le assemblee presso gli stabilimenti ex Ilva di Genova e Novi Ligure, mentre lunedì pomeriggio scorso si è svolta nel sito di Racconigi”. Sempre nel pomeriggio di mercoledì a Taranto “si è riunito il consiglio di fabbrica allargato alle confederazioni e alle rappresentanze intercategoriali dell’indotto del territorio”.
Fim, Fiom, Uilm e la Rsu di tutti gli stabilimenti stanno informando i lavoratori sulle motivazioni dello sciopero e preparando la mobilitazione “in risposta al silenzio del Governo rispetto alle richieste sindacali per la riconvocazione del tavolo di crisi su ex Ilva presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri e al grave atto unilaterale, da parte del ministero del Lavoro, sulla concessione della cassa integrazione di lunedì 29 settembre che ha autorizzato l’incremento del 50% delle unità in Cigs da 3062 a 4450 senza accordo da parte di Fim, Fiom, Uilm”.
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