Il futuro dell’aeroporto Leonardo da Vinci di Fiumicino potrebbe incidere in modo decisivo sull’economia italiana. Secondo lo studio presentato oggi alla Luiss Guido Carli, il Piano di Sviluppo sostenibile predisposto da Aeroporti di Roma, società del gruppo Mundys, è in grado di generare fino a 70 miliardi di euro di valore aggiunto e circa 300mila nuovi posti di lavoro lungo tutto il territorio nazionale. Un potenziale che, se non colto in tempi rapidi, rischia di trasformarsi in un costo salato: ogni anno di ritardo nella realizzazione del progetto peserebbe sul Paese per oltre 2 miliardi di euro.
L’analisi è stata elaborata dal Centro di Ricerca in Strategic Change “Franco Fontana” dell’Università Luiss, coordinata dal direttore del Centro e Prorettore alla Didattica Enzo Peruffo e dal direttore del Dipartimento di Economics and Financial Markets Alberto Petrucci. La presentazione si è svolta nella Sala delle Colonne dell’Ateneo, alla presenza del Dean della Luiss School of Government Gaetano Quagliariello, che ha aperto i lavori, e dell’amministratore delegato di Aeroporti di Roma, Marco Troncone.
Il Masterplan, dal valore complessivo di 9 miliardi di euro interamente autofinanziati dal gruppo Mundys attraverso ADR, punta ad adeguare la capacità dello scalo romano alla domanda di traffico attesa al 2046, anno di fine concessione, quando si stimano circa 100 milioni di passeggeri. La ricerca si articola in tre fasi: la parte costruttiva, la gestione operativa delle infrastrutture una volta completate e l’effetto catalitico di lungo periodo, connesso alla crescita dei flussi internazionali e del turismo.
Secondo le stime, il valore aggiunto generato dalle tre fasi, attualizzato con un tasso di sconto del 3%, ammonta a circa 70 miliardi di euro, senza considerare ulteriori benefici indiretti. Tra questi risultano particolarmente significativi gli impatti sul commercio internazionale, in grado di accrescere il reddito nazionale tra lo 0,54% e lo 0,98% del PIL, pari a un ulteriore contributo compreso tra 10,9 e 19,6 miliardi. L’intero progetto attiverebbe inoltre circa 300.000 nuove posizioni lavorative, di cui 10.000 solo nella fase di costruzione entro il 2030.
Il Lazio sarebbe il territorio maggiormente interessato dagli effetti socioeconomici del nuovo Fiumicino: per la regione si stimano 18 miliardi di valore aggiunto e oltre 67.000 nuovi posti di lavoro. La provincia di Roma registrerebbe un impatto di 14 miliardi e 53.200 occupati, mentre il comune di Fiumicino beneficerebbe di un valore aggiunto pari a 5 miliardi e 13.450 nuovi posti.
Lo studio evidenzia inoltre le conseguenze di eventuali e non auspicabili ritardi: anche un solo anno di slittamento nell’attuazione del Piano di Sviluppo comporterebbe per il sistema Paese un costo stimato di circa 2 miliardi di euro. Accanto agli aspetti economici, il lavoro della Luiss ricorda le ricadute ambientali previste dal nuovo assetto infrastrutturale. Il riposizionamento verso Est del baricentro delle operazioni di volo consentirebbe una riduzione dell’inquinamento acustico fino all’80%, allontanando le traiettorie di decollo e atterraggio dalle aree abitate. Parallelamente, l’intervento include un progetto di valorizzazione ambientale e culturale che restituirà alla comunità un Parco di interesse archeologico esteso su 85 ettari.
© Riproduzione riservata