Venti milioni in cinque anni. C’era una volta la vigilanza effettuata dalle forze dell’ordine. Ma, si sa, le richieste sono infinite e alla fine agli ingressi del Palazzo di giustizia sono arrivati i vigilantes.
Un altro costo d’affrontare per la macchina pubblica, questa volta affidato alla Procura generale. Il funzionamento del Palazzo di giustizia è compito della corte d’appello, ma la vigilanza no. Tutto avviene sotto la regia del procuratore generale Francesca Nanni: una media di 4 milioni l’anno che si sommano a tutte le altre voci del Palazzo. Anzi, per essere precisi i siti da tutelare sono addirittura undici, con un ulteriore carico finanziario: e fra gli indirizzi da presidiare ci sono anche le tre aule bunker della metropoli.
Location in cui si tengono importanti processi contro la criminalità organizzata e dove dunque è necessario, a seconda del calendario, rafforzare le misure di sicurezza.
Dal 2020 al 2024 la Procura generale ha speso, da contratto, 20 milioni e 269.043 euro, Iva compresa. Ma c’è una sorpresa virtuosa: in realtà il costo del servizio è stato inferiore per un totale, nel quinquennio, di 18 milioni e 391.390,95 euro. Il risparmio ammonta a 1 milione e 967.652,05 euro. Soldi del contribuente.
«Abbiamo cercato – spiega Nanni a Moneta – di mettere a punto un sistema articolato e flessibile che copra al meglio le esigenze imprescindibili di sicurezza senza dissipare risorse preziose».
Il risultato è appunto un taglio dei costi del 10 per cento circa che può servire da modello ad altri uffici.
Non un taglio lineare, imposto dai bilanci, ma, per così dire, intelligente. Insomma, è possibile coniugare, entro certi limiti, responsabilità e managerialità e in questo modo si aiuta la Stato senza trascurare la collettività.
La giustizia non può funzionare come un’azienda qualunque, ha le sue specificità e complessità, deve tenere in considerazione tutta una serie di principi e di tutele, ma non può essere un pozzo senza fondo.
Lo sforzo degli uffici giudiziari, del ministero della Giustizia e di Equitalia Giustizia è dunque quello di razionalizzare le risorse. E offrire, in linea con gli obiettivi del Pnrr, una giustizia tempestiva, senza la montagna di arretrati che in un tempo nemmeno lontano era l’immagine del nostro sistema giudiziario.
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