La Commissione europea ha inflitto a Google una multa di 2,95 miliardi di euro per abuso di posizione dominante nel mercato della tecnologia pubblicitaria online (adtech). Secondo l’indagine dell’antitrust Ue, il colosso statunitense ha favorito sistematicamente i propri servizi a discapito di concorrenti, editori e inserzionisti, alterando la concorrenza lungo l’intera catena della pubblicità digitale.
Nel mirino della Commissione, in particolare, le pratiche di auto-preferenza messe in atto da Google attraverso diversi strumenti chiave, che evitavano sistematicamente gli annunci rivali, rafforzando la centralità dei suoi servizi.
“Google deve ora proporre una soluzione seria per risolvere i suoi conflitti di interesse – ha avvertito la vicepresidente esecutiva della Commissione, Teresa Ribera – e, se non ci riuscirà, non esiteremo a imporre misure drastiche”. Bruxelles ha concesso 60 giorni all’azienda per presentare un piano di adeguamento. Tra le ipotesi già sul tavolo: la cessione obbligata di alcuni rami di attività.
La sanzione si basa sugli orientamenti comunitari del 2006 ed è stata calcolata tenendo conto della gravità, durata e recidiva dell’infrazione, oltre al volume d’affari generato. Si tratta della quarta grande multa antitrust inflitta a Google dall’Ue, dopo i precedenti casi legati al motore di ricerca, Android e shopping online.
Dal canto suo, Google respinge ogni accusa e annuncia ricorso. “Questa tecnologia rappresenta una parte limitata della nostra attività – ha dichiarato il gruppo – e riguarda l’attività pubblicitaria di terze parti, non gli annunci di ricerca”. Secondo il gruppo statunitense l’indagine si basa su interpretazioni errate del settore della tecnologia pubblicitaria, fortemente competitivo e in rapida evoluzione. “Questa sanzione ingiustificata – conclude Google – è solo un altro esempio dell’applicazione sproporzionata delle leggi da parte dell’Europa nei confronti delle aziende statunitensi”.
La vicenda rischia di alimentare ulteriori tensioni tra Bruxelles e Washington, già sotto pressione per il crescente numero di procedimenti contro le Big Tech statunitensi. La decisione europea potrebbe anche influenzare l’imminente processo negli Stati Uniti sullo stesso tema, che prenderà il via il prossimo 22 settembre.
L’indagine Ue era stata avviata nel giugno 2021, con l’invio di una comunicazione degli addebiti a Google nel 2023. La sanzione di oggi chiude il capitolo istruttorio, ma apre un fronte potenzialmente ben più ampio sulle regole e gli equilibri dell’economia digitale globale.
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