Nuovo tonfo della vendite di Gucci, il marchio più importante del gruppo Kering. Il fatturato del marchio italiano è sceso del 25% nel secondo trimestre dell’anno, condizionando non poco le vendite del colosso francese del lusso che dal 15 settembre vedrà arrivare al timore Luca de Meo, ex ceo di Renault.
Le vendite di Kering si sono così fermate a 3,7 miliardi di euro nel secondo trimestre, in calo del 15% su base comparabile, leggermente peggio rispetto al calo del 13% atteso dagli analisti. Gucci ha registrato vendite per 1,46 miliardi di euro.
Il gruppo francese controllato dalla famiglia Pinault sta lottando per contenere il livello del debito, sceso a metà anno a 9,5 miliardi di euro dai 10,5 miliardi di fine 2025 in scia alle vendite immobiliari. Il gruppo ha inoltre ridotto la propria rete di negozi e prevede di chiudere fino a 80 negozi netti entro la fine dell’anno. Guardando all’intero primo semestre, Kering segna un utile netto di 474 milioni, in calo di circa il 46% rispetto agli 878 milioni del primo semestre del 2024, mentre i ricavi risultano di 7,6 miliardi (-15%) e l’utile operativo è sotto il miliardi (969 milioni, -39%).
“Sebbene i risultati siano ancora ben al di sotto del nostro potenziale, siamo certi che l’insieme degli sforzi compiuti negli ultimi due anni abbia posto delle solide basi per le prossime tappe dello sviluppo di Kering”, ha commentato François-Henri Pinault, presidente e ceo di Kering.
Titolo scatta a Parigi, attesa per nuove collezioni e arrivo De Meo
La reazione in Borsa è stata comunque positiva con il titolo che sale del 5% a Parigi (da inizio anno il saldo è di -6%). “Considerato il momentum delle vendite della società e del settore, la visibilità resta limitata, ma pensiamo che il titolo possa essere sostenuto nel breve dall’attesa per le nuove collezioni Gucci e l’arrivo del nuovo ceo De Meo“, rimarcano gli esperti di Equita sim che in scia ai conti trimestrali hanno limato il prezzo obiettivo su Kering da 185 a 180 euro.
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