Sette americani su dieci temono che l’intelligenza artificiale ruberà il lavoro a moltissime persone, secondo un recente sondaggio Reuters/Ipsos. Una preoccupazione che non è rimasta astratta, ma è diventata realtà per migliaia di dipendenti delle grandi società di revisione contabile su entrambe le sponde dell’Atlantico. Negli Stati Uniti, PwC ha licenziato altri 150 dipendenti, secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, dopo che aveva già effettuato un taglio di quasi 6.000 posizioni tra il 2024 e il 2025. Nel Regno Unito, Kpmg ha deciso per la prima volta di non pagare gli straordinari ai revisori junior durante l’alta stagione, secondo il Financial Times, mentre Deloitte si sta preparando a ridurre la propria forza lavoro in un processo di riorganizzazione interna che vedrebbe passare da cinque a quattro le divisioni aziendali, secondo quanto riportato da Bloomberg. Eppure, non molto tempo fa, le cosiddette Big Four, così sono chiamate i quattro colossi internazionali della revisione dei conti (Deloitte, PwC, Kpmg e Ey) gridavano alla carenza di talenti. Cosa è cambiato? Una parola: intelligenza artificiale. L’ambito dell’audit è ricco di dati. Ed è proprio qui che l’intelligenza artificiale dà il meglio di sé.
Con la sua promessa di contenere i costi, l’algoritmo è entrato nel cuore delle attività di consulenza aziendale, in un periodo che oltretutto non è dei più esaltanti per il settore. Sia PwC che Kpmg hanno registrato un rallentamento della crescita dei ricavi. Il fatturato di PwC, ad esempio, è aumentato solo del 2,9% quest’anno (esercizio chiuso al 30 giugno), in calo rispetto al 4,3% dell’esercizio fiscale 2024, al 5,6% del 2023 e dell’11,4% nel 2022. Si tratta, di fatto, dell’incremento più contenuto dal 2020 e 2021, nel pieno della pandemia, quando fu appena dell’1,4% e del 2% rispettivamente. Quest’anno, Deloitte ha visto per la prima volta in 15 anni un segno meno davanti al fatturato nel Regno Unito (esercizio chiuso lo scorso maggio).
E così, PwC non solo ha abbandonato l’obiettivo dichiarato nel 2021 di assumere 100.000 persone entro il 2026 ma ha anche avviato una riduzione del personale. In un solo anno, la sua forza lavoro a livello globale è scesa da 370.000 nel 2024 a poco oltre le 364.000 unità, lasciando a casa quasi 6.000 dipendenti. Una riorganizzazione e razionalizzazione che dovrebbe proseguire nei prossimi anni. Secondo quanto appreso da Business Insider, l’azienda prevede di ridurre le assunzioni di laureati nei prossimi tre anni. Lo conferma anche Tim Grady, chief operating officer negli Usa, citato dal Wall Street Journal : «È molto probabile, e direi prevedibile, che in futuro ci saranno ulteriori interventi sulle risorse», escludendo una sostituzione delle risorse umane con l’intelligenza artificiale ma parlando più di un nuovo equilibrio.
Eppure i fatti valgono più di mille parole. Sebbene questa decisione possa essere vista come un passo cauto, considerando la crescita più lenta nel 2025, riflette anche un deliberato passaggio a un’attività guidata dalla tecnologia. PwC ha in corso investimenti per quasi 1,5 miliardi di dollari per potenziare le sue capacità di intelligenza artificiale e ha formato oltre 315.000 dipendenti sull’IA per migliorare la produttività. Ciò dimostra che la sua crescita viene ridefinita non più espandendo la forza lavoro, ma rafforzando le capacità tecnologiche dei dipendenti esistenti.
Intanto, nel Regno Unito Kpmg avrebbe eliminato la retribuzione degli straordinari per i revisori junior nella stagione di picco: grazie all’automazione, il 70% del lavoro viene ormai completato prima di questo periodo di punta, riducendo il bisogno di ore extra. Deloitte, invece, starebbe riorganizzando le sue divisioni nel Paese, valutando tagli nei team interni. Non sorprende quindi che le offerte di lavoro entry-level siano diminuite del 44% nell’ultimo anno nel Regno Unito, secondo la piattaforma del mercato del lavoro Adzuna.
Che sia iniziata una erosione della storica “piramide dei talenti” delle Big Four, fondata su un’ampia base di neolaureati impegnati in lavori ripetitivi? Come ha osservato Alan Paton, ex dirigente di PwC in una sua recente intervista a Business Insider, fino al 90% delle operazioni di audit è tecnicamente automatizzabile e quasi la metà dei ruoli nelle aree più strutturate potrebbe scomparire entro cinque anni. Il modello futuro potrebbe essere quello a diamante, ovvero con meno junior e più professionisti di metà carriera capaci di interpretare gli output dell’IA e gestire i casi limite. La domanda non è più quindi se l’intelligenza artificiale cambierà il settore, ma quanto profondamente lo farà. E chi, in questo nuovo ecosistema, riuscirà davvero a mantenere la leadership.
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