Un Paese che vanta il più alto numero di siti Unesco al mondo, oltre 40mila castelli e fortezze, 30mila dimore e 4mila giardini storici, deve essere supportato per poterli valorizzare al meglio. In questo contesto si inseriscono, con il loro contributo, le iniziative di fondi, società e fondazioni bancarie. A scendere in campo, sono anche i moderni aristocratici. Nelle scorse settimane, infatti, è stata annunciata la nascita di Kaleon, la società della famiglia dei principi Borromeo (tra i cui antenati c’è anche San Carlo).
«La realtà racchiude il brand delle Terre Borromeo, che identifica i siti culturali e naturali sul Lago Maggiore storicamente legati alla nostra famiglia», ha spiegato a Moneta Vitaliano Borromeo, presidente di Kaleon. È la nuova denominazione di SAG, società della stessa famiglia fondata nel 1983, del cui patrimonio fanno parte i siti Isola Bella e Isola Madre nel Golfo Borromeo, Parco Pallavicino a Stresa, Parco del Mottarone, Rocca di Angera e i Castelli di Cannero.
Il progetto dei Borromeo
«Il nostro progetto, il cui nome deriva dalla parola greca “bellezza”, è frutto di una visione imprenditoriale innovativa, che distingue nettamente tra la proprietà degli immobili e la loro gestione. È una formula inedita nel panorama italiano, che vede Kaleon assumere la piena responsabilità operativa di siti appartenenti a terzi, attraverso concessioni o locazioni di lungo periodo», prosegue. Questo approccio consente ai proprietari di ridurre gli oneri gestionali, beneficiando al contempo di una redditività costante. La missione è duplice: da un lato, valorizzare il patrimonio immobiliare attraverso una gestione professionale e specializzata, dall’altro, promuovere e aprire questi luoghi al pubblico, rendendoli accessibili e capaci di generare conoscenza, bellezza e cultura per tutti. Il caso più rappresentativo è quello di Parco Pallavicino: «Quando abbiamo assunto la gestione del Parco nel 2017, il sito non risultava pienamente valorizzato. Abbiamo quindi avviato un importante piano di investimenti: nei primi due anni sono stati destinati circa 1,3 milioni di euro a interventi strutturali, seguiti da ulteriori 1,1 milioni per attività di manutenzione e sviluppo». I visitatori sono cresciuti da circa 88mila nel 2018 a 110mila nel 2024, con una crescita media annua del 6%. I ricavi hanno seguito un andamento ancora più marcato, raddoppiando nello stesso periodo – da circa 850mila euro nel 2018 a 1,7 milioni nel 2024 – con un tasso medio di crescita annuo del 14%.
Cdp e i fondi per la cultura
Ci sono poi delle iniziative che fondono impegno pubblico e privato. Una delle iniziative più rilevanti in questa direzione è il Fondo Cultura, strumento da 20 milioni di euro, co-gestito dal Ministero della Cultura e da Cassa Depositi e Prestiti. Il fondo ha l’obiettivo di sostenere progetti di valorizzazione, restauro e innovazione culturale tramite partenariati pubblico-privati. Il focus è su interventi capaci di generare impatto sociale e ritorni economici, con il coinvolgimento attivo di enti locali e imprese culturali. A rafforzare questo impegno c’è anche Fondazione Cdp, braccio filantropico del gruppo, che attraverso il suo asse “Arte e Cultura” promuove iniziative di rigenerazione di spazi culturali, mostre, restauri e progetti formativi. Tra gli esempi recenti, il sostegno alla Fondazione Giorgio e Isa de Chirico, che prevede la creazione di un premio e un progetto di mecenatismo culturale promosso dalla Fondazione e dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
Seppur con una visione più rivolta alle imprese, nel mondo del private equity si segnala anche Sefea Impact, con il Fondo SÌ, che investe in imprese culturali e creative a forte impatto sociale.
Le fondazioni bancarie
Tra i principali attori del capitale privato spiccano le fondazioni di origine bancaria. La Fondazione Cariplo è tra le più attive. Negli ultimi mesi ha rilanciato il bando “SOS Patrimonio”, con una dotazione di 3,45 milioni di euro e il bando “Luoghi da Rigenerare”. A Torino, Fondazione Crt ha investito oltre 100 milioni nella riconversione delle Officine Grandi Riparazioni (OGR) in un centro per l’arte contemporanea e l’innovazione tecnologica. La Compagnia di San Paolo, invece è attiva in Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta e promuove bandi come “Un patrimonio da tutelare”, rivolti alla conservazione preventiva.
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