L’IA è come una ferrovia, sta diventando essenziale per “8 miliardi di persone in tutto il mondo”, ha detto Hock Tan, amministratore delegato di Broadcom, il gigante Usa dei semiconduttori che venderà a OpenAI 10 mila gigawatt di chip.
Una cifra che si aggirerebbe – secondo il financial times – attorno ai 350-500 miliardi di dollari che si aggiungerebbero agli oltre 1000 miliardi che il gigante si Sam Altman sborserà con gli accordi stretti da altri produttori per assicurarsi quanta più potenza di calcolo possibile per i suoi data center. Nel mese passato OpenAI aveva annunciato un accordo con Nvidia per acquistare 10 Gw e la settimana scorsa siglato l’acquisto di 6 Mw col rivale Amd. Costi che al momento appaiono enormi per il colosso dell’IA, dato che al momento i costi sono maggiori dei ricavi.
Con Oracle Altman ha stipulato un accordo per la fornitura di data center al costo di 300 miliardi di dollari in due anni. Questi contratti legano le aziende che li hanno siglato a doppio filo col successo di OpenAi, che dovrà adeguarsi a un progetto di implementazione strutturale per mantenere tutti gli acquisti di chip avanzati, che richiederanno la costruzione di nuovi data center.
Per Broadcom è la prima esperienza nella produzione di chip. Non si sanno ancora gli estremi dell’accordo, ma una volta definiti porteranno OpenAI ad aver accesso a una potenza di calcolo di oltre 26 Gw, equivalenti a circa 26 reattori. nucleari. Altman ha commentato in u podcast che da 18 mesi OpenAi sta lavorando con Broadcom per sviluppare chip personalizzati per dotare l’azienda di una dotazione di elaborazione dati enormi. e ha descritto la corsa allo sviluppo dell’infrastruttura di intelligenza artificiale come “il più grande progetto industriale congiunto nella storia dell’umanità“.
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