Raccontare piccole storie di abuso della fiducia dei cittadini da parte di amministratori locali può sembrare banale o un modo forzato di usare media destinati a denunciare i grandi soprusi. Eppure anche dai piccoli soprusi si può imparare che non si deve mai abbassare la guardia. Anche quando le prepotenze avvengono girato l’angolo. Sentite questa. Siamo in provincia di Milano e la vicenda riguarda un danno per i cittadini da oltre 2 milioni che potrebbe salire fino a 6 milioni. Tutto inizia nel 2022 e la protagonista ha nome Nuovenergie (Nev). Si tratta di una società attiva nella vendita di gas ed energia elettrica partecipata dal Comune di Rho (48,28%) ente capofila guidato dal sindaco Andrea Orlandi (Pd), dal Comune di Settimo Milanese (20,72%), dal Comune di Pero (1%) e dal Gruppo Canarbino (30%). Quest’ultimo è un soggetto privato, nonché uno tra i principali gruppi energetici italiani, con la caratteristica di essere un operatore integrato lungo l’intera filiera energetica. Ciò significa che il gruppo, che a oggi gestisce oltre 750.000 clienti in tutta Italia, ha capacità di gestione e competenze dall’approvvigionamento della materia prima fino alla vendita. Ed è con questo obiettivo che è entrato in Nuovenergie. L’intento di Canarbino era quello di supportare, in qualità di socio industriale, lo sviluppo della società grazie all’apporto del proprio know-how nel settore energetico. Niente di complicato insomma. Ma nel 2022 accade qualcosa. Nev sceglie di acquistare gas, sia nel 2022 sia nel 2023, a prezzi più elevati rispetto a quello che gli fornirebbe il socio Canarbino: un aggravio di costi di circa 1 milione nel 2022 e di circa 700mila euro nel 2023. Una scelta che oltre ad essere illogica, vìola i patti parasociali che prevedono che «l’acquisto di gas ed energia elettrica da parte di Nev avvenga congiuntamente a Canarbino».
Così il socio privato denuncia in più occasioni sia l’assenza di trasparenza, sia costi societari in costante crescita. Una relazione asseverata, peraltro commissionata dai Comuni di Settimo Milanese e Pero (quindi non da Canarbino), sostiene quanto osservato dal socio privato ed evidenzia in maniera chiara come la gestione attuale sia caratterizzata da totale assenza di trasparenza e di confronto, e stia portando a un depauperamento del valore della società: i costi fissi sono in costante crescita sia per il personale (da 1,2 milioni del 2018 a 2,5 milioni nel 2023), sia per i servizi (da 1,9 milioni del 2018 ai 4,2 milioni nel 2023) con evidente erosione del potenziale margine operativo.
Una situazione grave che è stata oggetto di un arbitrato che ha riconosciuto le ragioni di Canarbino condannando i Comuni stessi al pagamento delle note penali (400mila euro) e delle spese legali (oltre 200mila euro). Dei tre Comuni condannati, il solo Comune di Rho ha inteso impugnare il lodo arbitrale. Il che porta il conto “pubblico” ben oltre 2 milioni. Per ora. Anche quest’anno è stato istituito un nuovo lodo arbitrale il cui esito, difficilmente, si discosterà da quello dello scorso anno e ha imposto ai Comuni coinvolti di stanziare 300mila euro di fondo rischi ciascuno e di sostenere le spese legali per l’arbitrato (circa 100mila euro) e per i propri avvocati (altri 100mila euro).
C’è di più: oltre al danno, la beffa. A fine 2022, anche in ottemperanza al Dl Madia, i due comuni minori di Settimo Milanese e Pero deliberano di vendere tassativamente entro il 31 dicembre 2023 le azioni di Nuovenergie. Nell’agosto il gruppo Canarbino manifesta l’interesse di partecipare a una procedura di vendita (attraverso gara ad evidenza pubblica) delle partecipazioni dei comuni valutando il 100% della società 16,4 milioni e riconoscendo un significativo premio di maggioranza. Ma i Comuni venditori non danno luogo al bando di gara giustificandosi con l’imminente turno elettorale in entrambi i Comuni previsto per giugno 2024. L’inadempimento all’obbligo di vendere entro il 31 dicembre 2023 ha esposto i comuni di Settimo Milanese e Pero alla perdita dei diritti sociali e alle sanzioni previste dalla legge. Ora Settimo Milanese ha conferito un nuovo incarico di perizia, ma non ha ancora pubblicato il bando per la vendita.
Per quali motivi i comuni si ostinano a trattenere le quote di questa società commerciale, esponendosi a rischi e inadempimenti reiterati? Quali sono i motivi che hanno portato Nuovenergie a stipulare un contratto di fornitura di gas con un fornitore (svizzero) che offriva condizioni peggiori? Perché, a distanza di tutti questi mesi il processo di vendita non è stato portato a termine, anche in presenza di una manifestazione d’interesse da parte di Canarbino? Nessuno risponde, i cittadini pagano e il romanzo non ha un epilogo. Ma solo un conto salato che rasenta 6 milioni: 1 milione di costi in più (rispetto all’offerta Canarbino); 700mila euro di costi in più per l’acquisto di gas 2023; 400mila euro di condanna per il lodo arbitrale nel 2024; almeno 300mila euro di spese legali e consulenze; rinuncia, da parte dei Comuni di Settimo e Pero, a circa 3,5 milioni.
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