Tre dirigenti Tod’s sono stati iscritti nel registro degli indagati per l’inchiesta della Procura di Milano sul presunto caporalato. I giudici hanno anche chiesto la sospensione della pubblicità per sei mesi: una richiesta di interdittiva mai vista nelle inchieste che hanno coinvolto, sullo stesso tema, altri marchi della moda.
Secondo gli inquirenti, Tod’s si sarebbe avvantaggiata di un “sistema illecito” che avrebbe “generato enormi profitti grazie allo sfruttamento della manodopera cinese (pesantemente sottopagata)” e non avrebbe “ad oggi modificato in alcun modo il proprio modello organizzativo e continua ad avere come fornitori alcuni soggetti coinvolti” in questo “procedimento”. Ci sarebbe, dunque, un “grave pericolo di reiterazione”: da qui la richiesta di vietare campagne pubblicitarie.
Tod’s ha replicato parlando di “preoccupante tempismo” nel giorno in cui la “Corte di Cassazione” ha rigettato il ricorso della Procura di Milano sull’amministrazione giudiziaria per agevolazione colposa dello sfruttamento per una questione di competenza territoriale: deciderà il Tribunale di Ancona. L’azienda in una nota “prende atto” della decisione degli ermellini (di cui si attendono le motivazioni). “In merito alle nuove contestazioni, la società sta ora esaminando con la stessa tranquillità l’ulteriore materiale prodotto”.
Leggi anche:
Tod’s, chiesto il commissariamento: «Caporalato»
© Riproduzione riservata