Apple non vuole pagare tasse sui macchinari utilizzati per produrre gli iPhone in India e – secondo quanto riferisce Reuters – sta facendo pressione sul governo di Narendra Modi per ottenere un’esenzione.
Attualmente, circa il 75% degli iPhone è ancora assemblato in Cina, secondo i dati di Counterpoint Research. Nel tentativo di diversificare la produzione e ridurre la dipendenza da Pechino, Apple ha aumentato dell’8% la quota di dispositivi fabbricati in India.
Il ceo Tim Cook ha promesso di continuare ad aumentare gli investimenti in Cina, come ha riferito oggi il ministro cinese dell’Industria e dell’Informazione durante la visita del manager a Pechino. L’azienda sta cercando di aggirare i dazi statunitensi sulle produzioni cinese e indiana. Per questo ha annunciato un piano di investimenti negli Stati Uniti da 600 miliardi di dollari nei prossimi quattro anni.
L’India è il secondo mercato mondiale per la telefonia mobile. I principali partner di Apple, Foxconn e Tata, hanno investito miliardi di dollari per aprire cinque nuovi stabilimenti, una parte consistente dei quali riguarda l’acquisto di macchinari per la produzione degli iPhone.
Settore strategico
Ma proprio su questi macchinari si concentra la disputa fiscale. Una legge indiana del 1961 prevede la tassazione sulle attrezzature di proprietà straniera utilizzate nel Paese. Apple fornisce direttamente i macchinari alle fabbriche e, pur mantenendone la proprietà, non è soggetta a imposte in Cina, ma in India sì. Per questo, negli ultimi mesi, i dirigenti di Cupertino hanno avviato trattative con il governo indiano per chiedere l’abolizione di questa tassa. Da parte sua, l’esecutivo di Modi procede con cautela. La produzione di dispositivi elettronici è considerata un settore strategico per l’economia nazionale e gli investimenti di Apple rappresentano un contributo significativo allo sviluppo industriale del Paese.
Secondo i dati più recenti, il principale fornitore di Apple in India, la taiwanese Foxconn, ha esportato prodotti per un valore di 7,4 miliardi di dollari entro agosto di quest’anno.
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