Un nuovo sistema di difesa integrato per fare fronte a una «nuova guerra che inizia». Quella che l’ad di Leonardo Roberto Cingolani – che ha lanciato ieri “Michelangelo Dome”- definisce una «pace apparente che potrebbe permettere agli aggressori di costruire armi che sono difficili da neutralizzare», ha ammonito Cingolani sottolineando «l’importanza di investire nella difesa ora». Di fatto, il nuovo sistema “a cupola” proteggerà infrastrutture critiche, aree urbane sensibili, territori e asset di interesse nazionale ed europeo, attraverso una soluzione modulare, aperta, scalabile e multidominio. Lo stesso ad stima un mercato potenziale da 200 miliardi in dieci anni.
Architettura complessa
Non si tratta di un singolo sistema, ma di un’architettura completa che integra sensori terrestri, navali, aerei e spaziali di nuova generazione, piattaforme di cyber defence, sistemi di comando e controllo, intelligenza artificiale ed effettori coordinati. La piattaforma crea una cupola dinamica di sicurezza, capace di individuare, tracciare e neutralizzare minacce, anche in caso di attacchi massivi, su tutti i domini di operazione: aeree e missilistiche, inclusi missili ipersonici e sciami di droni, attacchi dalla superficie e sotto la superficie del mare, forze ostili terrestri. Grazie alla fusione avanzata dei dati provenienti da sensori multipli e all’impiego di algoritmi predittivi, Michelangelo è in grado di anticipare comportamenti ostili, ottimizzare la risposta operativa e coordinare automaticamente gli effettori più idonei. Con Michelangelo Dome, Leonardo consolida il proprio ruolo come riferimento europeo nella sicurezza multidominio e contribuisce agli obiettivi europei e Nato.
Droni
«Oggi, l’accesso a tecnologie d’attacco a basso costo permette a un numero crescente di attori, anche non convenzionali, di condurre operazioni efficaci a costi minimi: un singolo drone commerciale low-cost può compromettere asset militari o infrastrutture di altissimo valore, accentuando la sproporzione strutturale tra costo dell’attacco e costo della difesa. È urgente per l’Europa dotarsi di sistemi integrati di protezione multilivello, in grado di anticipare e contrastare attacchi complessi», ha concluso l’ad.
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