Ora i single per scelta altrui hanno un nuovo alleato: l’intelligenza artificiale. Se da soli non si riesce a fare la scelta giusta, ecco che l’algoritmo corre in soccorso di chi proprio non trova l’anima gemella. È questa l’idea alla base di una nuova app, Amata, che promette di rivoluzionare gli appuntamenti online. Il meccanismo è semplice: ti iscrivi, rispondi alle domande di un chatbot elencando le tue preferenze e lui pesca dall’archivio il profilo giusto. A questo punto, per poter contattare il candidato e organizzare un incontro, bisogna pagare 16 dollari. L’app, che al momento funziona solo a New York, al suo debutto ha raccolto 6 milioni di dollari di finanziamenti. I vantaggi rispetto alle piattaforme rivali, da Tinder a Bumble, sembrano innumerevoli: l’utente non deve passare ore a scrollare fra i vari profili per cercare qualcuno che incontri i suoi gusti, visto che la selezione la fa l’Ia in veste di sensale 4.0. Inoltre, l’obbligo di pagare dovrebbe spazzare via i perditempo e favorire gli utenti davvero intenzionati a conoscere qualcuno nel mondo reale: i single possono chattare direttamente fra loro solo due ore prima dell’incontro dal vivo. In sintesi, l’obiettivo è passare dal modello dello «swipe», in cui si scorre un profilo a destra o a sinistra per decidere se dare o no il like, a uno più simile a quello dei classici combina matrimoni. Solo che questa volta, invece di una persona in carne e ossa, a scegliere il marito giusto ci pensa una macchina.
Cronologia
Un modello simile viene seguito anche dall’app Known, attiva a San Francisco, che però chiede 25 dollari per appuntamento, e da Sitch, che ha sempre scelto la Grande mela come base. In Belgio è attiva Browser Dating che abbina i single in base alla loro cronologia online, che viene analizzata dall’intelligenza artificiale per creare un «profilo di navigazione» e abbinare persone con interessi simili. Three day rule, un’agenzia matrimoniale tradizionale (che offre un pacchetto base di tre mesi che parte da 5.900 dollari) ha lanciato l’app Tai, che promette di combinare la potenza dell’IA con l’esperienza dei suoi «matchmaker» in carne e ossa.
La rivoluzione può dare il colpo di grazia alle vecchie app, che da tempo sono entrate in una spirale negativa. Le azioni di Match group (che controlla Tinder, Meetic, OkCupid e Hinge) in cinque anni hanno perso circa il 75%i. Per Bumble, nata nel 2014 (due anni dopo la rivale Tinder) si parla del -94% dalla quotazione nel 2021 a oggi. Il crollo sui listini si sposa a una perdita di utenti, soprattutto quelli disposti a pagare per i servizi extra (le versioni base delle app sono gratuite). Come spiega il New York Times, nel 2024 Bumble ha perso il 9% dei suoi abbonati a pagamento, mentre Match group il 5%, nonostante entrambi i gruppi abbiano aumentato il numero totale di utenti. Un grosso problema: gli abbonati a pagamento generano una quota significativa dei profitti. Pe fare un esempio, gli utenti paganti di Match group sono il 20% ma generano il 97% dei ricavi.
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Lo scorso giugno Bumble ha annunciato il licenziamento di circa 240 persone, pari al 30% dei dipendenti a livello globale. «Bumble, come tutto il settore degli appuntamenti online, è in un momento critico», ha detto Whitney Wolfe Herd, fondatrice e ceo dell’app famosa per la sua impostazione femminista: sono le donne a dover iniziare le conversazioni via chat. Una crisi a cui la manager pensa di rispondere ricorrendo a sua volta all’intelligenza artificiale: ad agosto ha detto che il gruppo sta lavorando a una nuova app diversa da Bumble che si baserà sull’IA. L’app porrà l’accento sulla teoria dell’attaccamento (che descrive il legame innato tra un bambino e chi si prende cura di lui), con l’obiettivo di valutare meglio i modelli emotivi e relazionali degli utenti. La compatibilità non verrà calcolata solo in base ad aspetto fisico, opinioni politiche, hobby e interessi, ma verranno prese in considerazione anche le relazioni passate degli utenti, i motivi delle rotture (chi non ha voglia di raccontare a un chatbot come, quando e perché è stato lasciato?) e le abitudini sentimentali. Gli sviluppatori sono al lavoro con psicologi e consulenti di coppia per mettere a punto il meccanismo.
C’è chi ha cercato di fare un passo ulteriore, organizzando appuntamenti direttamente fra «cloni» digitali creati con l’IA, ma il tentativo per ora non è andato a buon fine. Per fare due esempi sia Ice (che non è più disponibile per il pubblico) sia Volar (che dopo un momento di entusiasmo non è più riuscita a raccogliere finanziamenti sufficienti) permettevano di creare avatar personalizzati (in grado perfino di imitare la voce del proprietario) da spedire ad appuntamenti virtuali con altri avatar: rileggendo le conversazioni fra i due cloni si poteva fare una prima scrematura a distanza e decidere con chi iniziare a chattare di persona.
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Mercato ricco
Le app tradizionali, però, non stanno certo con le mani in mano. Tinder ha lanciato una funzione IA che sceglie al posto degli utenti quali foto caricare sul profilo previo accesso alla fotocamera del cellulare. La nuova funzionalità, Chemistry, suggerirà anche abbinamenti con persone che hanno interessi simili. Hinge ha introdotto un algoritmo di abbinamento basato sull’intelligenza artificiale e ha iniziato a testare suggerimenti personalizzati per spingere gli utenti a conversazioni più stimolanti: la novità avrebbe aumentato gli abbinamenti del 15% dal suo lancio a marzo. Anche Grind, app rivolta alla comunità gay, sta sperimentando strumenti simili. Senza parlare di Facebook dating, che propone un assistente IA, Meet cute, che aiuta a cercare profili compatibili e suggerisce come migliorare la propria presentazione.
D’altra parte, il mercato è ricco nonostante la stanchezza dei colossi: a livello globale il settore delgi appuntamenti online vale circa 5 miliardi. E, secodo Morgan Stanley, è destinato a crescere del 70% entro il 2030. Chissà se l’IA riuscirà a far tornare di moda i fiori d’arancio….
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