I clienti “aspirazionali” hanno smesso di spendere o comunque hanno deciso di spendere per “altro”. Un tempo rappresentavano il motore della crescita, pari al 61% del mercato, e ora con la crisi economica, la crisi geopolitica, la minaccia dei dazi, mostrano segnali di rallentamento. Il 35% che ha ridotto la spesa o l’ha orientata su altri tipi di prodotti che ritengono più “importanti”: hanno quindi abbandonato abbigliamento e pelletteria e si sono spostati su wellness, seconda mano e device. Quindi il lusso diventa ancora più assoluto perché si rivolge sempre più allo 0,1 della popolazione globale, vale a dire l’apice della piramide, i top tier che, con una spesa di oltre 50.000 euro l’anno in beni e servizi di lusso, sono oggi i veri protagonisti del mercato generando il 37% in valore. Livello che arriva a 360.000 euro annui considerando anche categorie come ospitalità, design, vini e distillati, o a 500.000 euro includendo auto di lusso e benessere-longevità. Quindi, ormai salgono i negozi monomarca, faticano quelli multimarca, specie se si tratta di abbigliamento.
Questa mattina al Centro Congressi di via Romagnosi, a Milano, durante il convegno annuale di Altagamma Consumer & Retail Insight, sono stati stati “sezionati” lo stato di salute del lusso e l’evoluzione del consumatore. “Il profilo del cliente di alta gamma è in continua evoluzione e i brand sono chiamati ad elaborare strategie più personalizzate, coinvolgenti e mirate” ha spiegato Matteo Lunelli, imprenditore a capo di Cantine Ferrari e presidente di Altagamma, avvertendo anche che difronte alle nuove sfide “dai dazi a quelle imposte da AI e tecnologie, devono essere affrontate a livello europeo. Solo così, soprattutto per quanto riguarda i dazi, si potrà avere voce forte nei confronti dell’alleato americano”. Lunelli ha quindi commentato: “Mi è piaciuto quanto detto dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha condannato il protezionismo che per altro può favorire anche le guerre. Guerre che oggi si sono già scatenate su più fronti. Come ha detto Mattarella solo le frontiere aperte possono essere strade di terra e mare su cui oltre alle merci, corre la pace”.
Ad intervenire nel dibattito moderato da Stefania Lazzaroni (Direttrice Generale Altgamma), dal palco, Filippo Bianchi (Global Head of Luxury, BCG), Guia Ricci (Core Member of Fashion&Luxury Practice, BCG), Luca Solca (Bernstein), Valeriano Antonioli (Ceo Lungarno Collecrtion e Portrait Hotels), Enrico Galliera (Chief Marketing&Commrcial Officier Ferrari), Luca Lisandroni (Ceo Brunello Cucinelli), Nicolas Luchsinger (Ceo Buccellati).
Tutti concordi sul fatto che, per continuare a invogliare e “corteggiare” questa tipologia di cliente top spender (900mila individui entrati nel mondo del lusso e cresciuti in breve tempo), è indispensabile garantire sempre più qualità e personalizzazione. I primi di questa esclusiva classifica sono gli americani, seguiti da europei e cinesi. Ma stanno diventando interessanti anche il mercato indiano, indonesiano e thailandese.
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