Il nuovo regime tariffario negli Usa avrà un impatto negativo per il settore della moda e del lusso. Ne è convinto l’80% degli investitori. Ma ben nove su dieci (ovvero il 90%) non si fanno scoraggiare e confermano la fiducia nel comparto. È questo il paradosso che emerge dallo studio “Fashion & Luxury Private Equity and Investors Survey 2025” di Deloitte, che ha coinvolto un panel di 60 investitori di private equity e oltre 114 aziende attive nei vari segmenti della moda e del lusso. Un segnale forte: pur trasformandosi, questo settore resta una delle scelte più solide nel portafoglio di investimento.
Un mercato che rallenta
Dopo il boom post-pandemia, il 2024 ha segnato una leggera flessione per le aziende del lusso: vendite in calo del 2% e marginalità scesa al 16,8% (-2,1 punti percentuali rispetto al 2023). Un rallentamento che porta la firma, soprattutto, della Cina, dove il mercato ha mostrato segnali di raffreddamento, in netto contrasto con la vitalità crescente di regioni come Medio Oriente e India.
“Le recenti dinamiche macroeconomiche hanno generato incertezza e complessità per le aziende del lusso,” commenta Federico Bazzani, partner di Deloitte Advisory. “Sarà cruciale ripensare le strategie di posizionamento e riattivare i canali distributivi per rispondere a un contesto in trasformazione.”
Dove vanno gli investimenti
Nonostante queste incertezze, dalla ricerca emerge che ben il 92% dei fondi di investimento sta valutando operazioni nel settore, sebbene con maggiore cautela rispetto allo scorso anno. Le aree di maggiore interesse riguardano cosmetica e profumi (25%), il manifatturiero di abbigliamento e accessori (24%), il retail di abbigliamento e accessori (14%) e l’arredamento (11%). Oltre la metà degli investitori orienta le proprie strategie verso aziende di medie dimensioni, con l’obiettivo di favorire un processo di consolidamento del comparto.
Europa in pole position tra le preferenze degli investitori
L’Europa rimane la destinazione preferita per i capitali internazionali, scelta dal 75% degli investitori, mentre il Nord America si ferma al 23%. Tuttavia, nuove aree (mercati emergenti) si affacciano con forza sulla scena.
Tra i comparti, quello del design e dell’arredo mostra una notevole resilienza, come evidenzia Michele Gismondi, partner di Deloitte Advisory: “Nonostante le sfide poste dal mercato statunitense e la fase di rallentamento in Cina, i segmenti dell’arredo e dell’illuminazione si confermano aree di forte interesse per gli investitori. In particolare, per le realtà con solidità finanziaria, posizionamento competitivo e potenziale di consolidamento lungo tutta la filiera”.
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