Addio a Re Giorgio, il signore dell’alta moda made in Italy. Si è spento all’età di 91 anni Giorgio Armani, icona indiscussa della moda italiana e fondatore del celebre gruppo che porta il suo nome. A dare l’annuncio è stata l’azienda stessa con una nota ufficiale: “Con infinito cordoglio, il gruppo Armani annuncia la scomparsa del suo ideatore, fondatore e instancabile motore”.
Leggi anche: Armani, quanto vale l’impero di Re Giorgio
Armani, chiamato con affetto e rispetto “Il Signor Armani” da dipendenti e collaboratori, ha lavorato instancabilmente fino agli ultimi giorni della sua vita, restando profondamente coinvolto nella creazione delle collezioni e nei progetti dell’azienda. Pioniere di uno stile elegante, essenziale e senza tempo, Giorgio Armani ha ridefinito il concetto di moda made in Italy, portandolo sui red carpet di tutto il mondo e vestendo generazioni di attori, leader e icone dello spettacolo.
Ma Giorgio Armani non è stato solo un maestro di stile. È stato anche un raro esempio di imprenditore visionario, capace di costruire in cinquant’anni un gruppo indipendente, solido e finanziariamente sano, che nel 2024 ha registrato un fatturato di 2,3 miliardi di euro, in crescita costante anno su anno. Il brand, che ha mantenuto negli anni il controllo familiare senza mai cedere al fascino della quotazione o alle pressioni dei grandi gruppi del lusso, è considerato uno dei casi di successo più rilevanti dell’economia italiana.
A distinguere il gruppo Armani è anche la sua struttura societaria. Con una governance blindata, e la creazione di una fondazione dedicata alla tutela del patrimonio e dei valori aziendali, Armani ha tracciato una via tutta italiana all’indipendenza industriale nel settore moda, resistendo a ogni tentativo di acquisizione da parte dei colossi del lusso globali.
L’eredità lasciata da Giorgio Armani va ben oltre lo stile raffinato che ha rivoluzionato il concetto di eleganza nel mondo. È anche un’eredità economica e culturale, fatta di visione imprenditoriale, coerenza strategica e profondo legame con il tessuto industriale italiano. Il gruppo, con 9mila dipendenti nel mondo, rappresenta oggi uno dei più importanti player indipendenti del settore lusso.
La moda italiana perde oggi uno dei suoi padri fondatori.
© Riproduzione riservata