Una crescita a doppia cifra di utili e ricavi e l’annuncio della firma dell’accordo di fusione con Subsea7 da cui nascerà un big nel settore degli energy service con sinergie da 300 milioni di euro l’anno: Saipem7.
È grazie a questi temi che il gruppo guidato da Alessandro Puliti è oggi uno dei migliori sul listino milanese con un rialzo di oltre 2 punti percentuali.
La nuova società nata dalla fusione tra Saipem e Subsea7 sarà un colosso dei servizi energetici che avrà doppia quotazione: a Milano e a Oslo. Un gruppo da 21 miliardi di ricavi che eleva la storica società italiana, partecipata da Eni, ad avere un portafoglio ordini di 43 miliardi.
La nuova società continuerà ad avere la sede legale in Italia e l’headquarter a Milano. Siem Industries (attualmente azionista di riferimento di Subsea7) sarà titolare di circa l’11,8% del capitale sociale di Saipem7, mentre Eni e Cdp Equity (attuali azionisti di riferimento di Saipem) ne deterranno, rispettivamente, circa il 10,6% e circa il 6,4%. Le assemblee straordinarie sia di Saipem, sia di Subsea7, si svolgeranno il 25 settembre prossimo per approvare la fusione. Dopo di che, gli azionisti di Saipem e Subsea7 deterranno in misura paritetica il 50% del capitale sociale di Saipem7; inoltre gli azionisti di Subsea7 che parteciperanno alla fusione riceveranno 6,688 nuove azioni Saipem per ogni azione Subsea7 detenuta.
Sotto il profilo della governance è previsto che Kristian Siem sarà nominato presidente del cda di Saipem7 e Alessandro Puliti sarà ad. Inoltre, Alessandro Puliti e John Evans saranno rispettivamente presidente e ad della società che gestirà il business Offshore Engineering & Construction di Saipem7.
In merito al deal gli esperti di Equita sottolineano come nella nota si annunci un nuovo dividendo straordinario da 105 milioni, oltre al dividendo straordinario da 450 milioni già annunciato in occasione del memorandum di febbraio sulla fusione.
Sul fronte finanziario, Saipem ha inoltre chiuso il primo semestre con ricavi pari a 7,2 miliardi, un ebitda di 764 milioni (+35%) e un utile netto di 140 milioni (+19%). Secondo Equita “i risultati confermano il trend di crescita sostenuto nel offshore e sono migliori delle attese a livello di ebitda e di raccolta ordini. Quest’ultima, sebbene in calo, è migliore delle attese”.
La società ha inoltre confermato le stime per l’intero 2025 con ricavi pari a circa 15 miliardi, un ebitda pari a circa 1,6 miliardi, un cash flow operativo (al netto dei canoni di locazione) di circa 900 milioni. Investimenti per circa 500 milioni e free cash flow (al netto dei canoni di locazione) pari ad almeno 500 milioni.
Il portafoglio ordini del gruppo ora ammonta a 31,1 miliardi di euro, in calo del 5% rispetto ai 32,7 miliardi di euro del primo trimestre e rispetto all’anno precedente, quando ci fu un massimo storico.
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