Nel cuore pulsante della Sardegna, a Olmedo (Sassari), nasce una storia di innovazione e rispetto per la terra: quella del 36enne Oscar Antonio Pilo, che insieme ad Andrea Piras nel 2019 ha dato vita a Società Agricola Pi’n’Pi. Un progetto che va oltre l’agricoltura tradizionale, sposando appieno i principi dell’economia circolare. L’amore per la loro terra e la voglia di crescere innovando hanno spinto Oscar e Andrea a scoprire un modo sostenibile e sorprendente di concepire l’agricoltura. La loro azienda è unica nel suo genere: qui, gli scarti non sono un problema, ma una risorsa. Hanno infatti sviluppato un metodo geniale per recuperare i fondi di caffè dai bar del territorio, trasformandoli in un substrato ideale per la coltivazione dei loro funghi. Con i fondi del caffè vengono create delle ballette che hanno la forma di un cilindro allungato, pesano intorno ai sei chili e sono lunghe intorno ai 50-60 centimetri e vengono inoculate con il micelio dei funghi.
Le qualità prodotte sono i Pleurotus Ostreatus (detto anche fungo ostrica), il Pleurotus Eryngii (un tipo di cardoncello), il Pleurotus Djamor e poi il Pleurotus Cornucopiae. I funghi impiegano 25-30 giorni per l’incubazione e poi in 5-6 giorni sono pronti per la raccolta. Vengono ritirate sei tonnellate di caffè al mese, dalle quali si realizzano 600 ballette, che garantiscono una produzione di circa 200 chili di funghi al mese. I funghi prodotti sono destinati alla ristorazione, ai privati e al mercato Campagna Amica di Coldiretti di Sassari. Un processo naturale, senza pesticidi, plastiche o additivi. Il caffè, ricco di minerali e sostanze nutritive, conferisce ai funghi un gusto inconfondibile e una quantità di proteine notevolmente superiori rispetto ai funghi coltivati tradizionalmente su paglia. Ma la visione di Pi’n’Pi Farms non si ferma qui. Il ciclo virtuoso continua: una volta che il substrato di caffè ha esaurito la sua funzione primaria nella coltivazione dei funghi, viene offerto come prezioso alimento a una particolare specie di lombrichi che trasformano il materiale in un compost ricco e fertile. «È il fertilizzante migliore sul pianeta terra», sostiene Oscar che, pur essendo diplomato all’Istituto agrario, riparava smartphone e tablet fino al 2019, quando insieme a Piras, che lavorava all’aeroporto di Alghero, ha deciso di lanciarsi nella nuova avventura.
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