Un agente di intelligenza artificiale in grado di completare le attività dell’utente come un collaboratore virtuale. Questo l’innovativo lancio di OpenAI per la sua ChatGpt, usata ad oggi da 8,8 milioni di italiani, 1 quinto degli utenti di internet. La funzione esiste già ed è disponibile per le IA di alcuni concorrenti, come Microsoft e Google. Il rilascio avviene in alcuni paesi per gli abbonati, al momento non in Italia.
Tra i compiti che la nuova funzione può gestire ci sono ad esempio la consultazione del calendario, fornire un briefing sugli incontri di lavoro, creare una presentazione ma anche organizzare una cena, un viaggio e aiutare nello shopping online. Queste funzioni sono rese possibili da qualità già apprezzabili nell’uso del chat bot, come l’interazione con i siti web, la funzione di ricerca profonda online (l’icona del mondo in basso nella barra di scrittura del prompt), che si uniscono alla qualità conversazionale che contraddistingue tutti i large language models.
La sicurezza dell’agente IA
“Si tratta di un assistente intelligente progettato per collaborare con l’utente – afferma la società – adattandosi in tempo reale alle esigenze specifiche e facilitando il passaggio dall’idea all’esecuzione in maniera rapida”. Per iniziare a utilizzare questa modalità si deve selezionare “Agent” nel menu degli strumenti.
Il rilascio della novità è iniziata in alcuni paesi per gli utenti in abbonamento. “In alcune aree del mondo – precisa OpenAI -sono richieste revisioni esterne aggiuntive prima del lancio di nuovi prodotti. OpenAI sta finalizzando le tempistiche per il lancio di ChatGpt Agent in Italia e sarà nostra cura fornire un aggiornamento nei prossimi giorni”. OpenAI promette che “la sicurezza è una priorità”.
“L’agente di IA – specifica – richiede un consenso esplicito prima di eseguire azioni delicate, non svolge compiti ad alto rischio come transazioni finanziarie o consulenze legali, è addestrato per riconoscere e rifiutare istruzioni dannose o contraddittorie, per l’invio di email ogni passaggio viene sottoposto a verifica e all’approvazione da parte dell’utente”.
Meta non firma codice Ue sull’IA
Intanto sul fronte innovazione digitale e regole europee, Meta ha annunciato nella giornata di venerdì 18 luglio che non firmerà il Codice di buone pratiche dell’Ue per i modelli di intelligenza artificiale per finalità generali (Gpai) presentato a Bruxelles la scorsa settimana. Lo ha reso noto Joel Kaplan, Chief Global Affairs Officer di Meta. “Questo Codice – ha detto – introduce una serie di incertezze giuridiche per gli sviluppatori di modelli, nonché misure che vanno ben oltre l’ambito di applicazione della legge sull’IA”. Secondo Meta, l’Europa sull’IA “sta imboccando la strada sbagliata”.
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