Il comparto orafo-argentiero-gioielliero italiano chiude il 2024 con una crescita del fatturato del 5%, sostenuta in particolare dai distretti di Arezzo e Vicenza, che mettono a segno entrambi un incremento dell’8%. È quanto emerge dall’indagine dell’Area Studi Mediobanca, che fotografa un settore ancora dinamico ma alle prese con forti incertezze per l’anno in corso.
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Il clima di fiducia per il 2025 si presenta infatti più instabile: il 45% delle imprese prevede un aumento del fatturato, ma a fronte di un 43% che teme un calo e di un 12% che si attende una sostanziale stabilità. L’analisi mette in luce differenze marcate tra i distretti produttivi: Arezzo (52%) e Valenza (50%) si mostrano più ottimisti della media nazionale, mentre Vicenza (46%) e altri distretti (41%) registrano una quota più alta di imprese che anticipano un calo di fatturato, rispetto a quelle che si attendono una crescita (42% e 35%, rispettivamente).
A condizionare le prospettive per l’anno in corso è soprattutto il contesto macroeconomico e geopolitico. Ben il 77,8% delle aziende del settore manifesta preoccupazione per l’incertezza internazionale, in un quadro globale segnato da tensioni e instabilità. A ciò si aggiunge il timore per un inasprimento delle politiche protezionistiche, un fattore indicato dal 61,9% degli operatori come potenziale freno alla competitività e agli scambi.
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Sul fronte dell’export, dopo un 2024 molto positivo con una crescita del +41,4%, il comparto deve ora fare i conti con una brusca frenata. Nei primi cinque mesi del 2025, le esportazioni del settore calano del 15,2%, peggiorando il già negativo -9,1% registrato nel primo trimestre. L’export di periodo si attesta così a 5,88 miliardi di euro, un dato che accende un campanello d’allarme per uno dei settori più vocati all’internazionalizzazione dell’intero sistema manifatturiero italiano.
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