Dopo un’edizione 2025 segnata da un calo di attrazione per il segmento del lusso assoluto e dei superyacht, come peraltro raccontato da Moneta attraverso testimonianze e analisi, il Salone Nautico di Genova cambia strategia e sposta l’edizione 2026 dall’usuale calendario di settembre a ottobre. Così il prossimo anno l’iniziativa fieristica andrà in scena dall’1 al 6 ottobre. Una scelta che non sorprende e che nasce da un malcontento strisciante ma reale che ormai da tempo aleggiava nella città della Lanterna e tra gli addetti ai lavori.
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Come evidenziato da Moneta, uno dei principali problemi riguardava proprio la controproducente vicinanza dell’evento ligure ai Saloni della Costa Azzurra (prima Cannes e poi Monaco), che ormai avevano monopolizzato la scena del lusso nautico, lasciando a Genova solo una fetta più ridotta di operatori e potenziali clienti dal grande portafoglio. Questa concorrenza così ravvicinata ha creato difficoltà logistiche e commerciali per i brand più prestigiosi, alcuni dei quali hanno preferito privilegiare gli eventi francesi più consolidati, dove – secondo l’opinione degli stessi protagonisti – sarebbe stato più facile siglare accordi per nuove commesse a sei zeri.
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Lo stesso Massimo Perotti, ceo di Sanlorenzo, in un’intervista a Repubblica aveva già sottolineato come il calendario troppo ravvicinato mettesse a rischio il business: chiedere a clienti e brand del settore di passare da Cannes a Genova e fare poi ritorno in Francia, praticamente senza soluzione di continuità, poteva creare qualche problema di spostamento, inducendo qualcuno a saltare l’evento genovese. E lo stesso avevano lasciato intendere altri suoi autorevoli colleghi.
Confindustria Nautica ha dunque deciso giustamente di spostare il Salone al mese di ottobre, per evitare la concorrenza diretta e favorire una migliore partecipazione del mercato del lusso, che resta il cuore pulsante dell’intero comparto nautico italiano e globale. Basti pensare che il mercato globale dei superyacht è stato stimato a 31,8 miliardi di dollari nel 2024, con una proiezione a oltre 45 miliardi entro il 2031.
Rimangono confermati i sei giorni di manifestazione e la formula generalista con i cinque format specialistici (Yacht&Superyacht, Boating Discovery, Sailing World, TechTrade, Living the Sea), insieme alle iniziative per l’innovazione, come TechTrade Days e Design Innovation Award. Anche qui, un’arma a doppio taglio: una delle critiche mosse da alcuni addetti ai lavori riguarda infatti il carattere troppo generalista del Salone genovese, che da una parte attira come sempre grande pubblico (i numeri sono positivi e in crescita) ma dall’altra fatica a trovare un posizionamento forte rispetto al mercato e ai suoi operatori.
Con 4.050 imbarcazioni in prova mare e un ricco programma di forum e incontri su sostenibilità e innovazione, il Salone punta a tornare protagonista, ma il salto di qualità e l’auspicabile ritorno agli antichi fasti dipenderanno dalla capacità di attrarre nuovamente gli assoluti top player del lusso. Quelli che portano non solo visitatori, ma clienti, grossi affari e benefici concreti per l’indotto.
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