Prodotti per la pulizia della casa, profumi, cuffiette per ascoltare la musica e accessori di ogni genere. Un fiume di cianfrusaglie vendute a pochi euro ha invaso TikTok, il popolarissimo social made in China. La svolta è avvenuta nel marzo di quest’anno – precisamente il 31 del mese – quando TikTok shop è sbarcato in Italia e in altri mercati europei. Da allora, la piattaforma nota per il suo ipnotico algoritmo, capace di tenerti incollato allo schermo per ore a scrollare contenuti al limite dell’idiozia, si è trasformata in un canale di televendite sempre acceso sui nostri schermi.
«Questa è troppo comoda», spiegano i Mosca75, profilo di coppia da 4.538 follower. Mostrano una mandolina per tagliare le verdure chela piattaforma gli ha inviato. I due mettono in scena il taglio di una patata sul tavolo della loro cucina. «Ci sta questo pezzo che si mette sopra», dice lui facendo vedere un aggeggio nero di plastica, mentre lei lo invita ad avvicinare il telefono. Inizia la dimostrazione pratica: «Troppo forte», esclama lei alla vista finale del tubero perfettamente tagliato.
Ecco la magia: i nuovi Mastrota del web non sono più personaggi televisivi, per quanto affabili comunque distanti. Oggi a cercare di vendere lo sbucciapatate sono i nostri dirimpettai di pianerottolo, con il tavolo della cucina coperto dall’incerata di plastica, uguale alla nostra. Gli influencer, dai più grandi ai più piccoli, passano ore a mostrare i prodotti venduti nel negozio del social, che poi sono gli stessi che arrivano dalle fabbriche cinesi da cui escono anche gli oggetti che si trovano su Temu, Shein, Ali Baba e Ali express.
«Costa due pidocchi e la monti in un minuto», ci fa sapere Tonygame, 10.635 follower, inquadrando una scarpiera in plastica trasparente. In basso nel video si vede il simbolo di un carrellino della spesa arancione e la scritta “commissione pagata“. «Contiene sei paia di scarpe, è completamente traspirante perché dietro è forellata così te le puoi anche guardare se ti piacciono le scarpe». Imperdibile.
Il social non è più una piattaforma di condivisione o di lancio di trend. È diventato un canale di televendite, dove a promuovere un prodotto può essere chiunque: anche nostra cognata, quella che fino a ieri si filmava mentre provava l’ultimo balletto virale. E la formula sembra funzionare alla grande.
In queste settimane sono in molti a lamentarsene, soprattutto gli influencer della vecchia guardia, come l’Accorciabro, al secolo Rudy, trentaquattrenne divenuto popolare per i video ironici in cui abbreviava il contenuto di filmati molto lunghi di altri creator. Proprio lui ha reso virale la protesta contro quel bazar di cinesate che è diventata la piattaforma.

«Che sia per te o per fare un regalo “Giardino di Jasmine“ conquista chiunque», dice rocco.rorom, 8.086 follower, mostrando in video una boccetta di profumo. «Una potenza straordinaria, te lo spruzzi la mattina e te lo porti fino a sera». Non sappiamo se prenderla come una promessa o come una minaccia.
Negli Stati Uniti, secondo una ricerca di Capital One Shopping, il 43% degli utenti ha effettuato almeno un acquisto sul TikTok Shop nell’ultimo anno, mentre – secondo un’analisi di Revel Interactive basata sui dati HerCampus – il 74% dei giovani appartenenti alla Generazione Z usa Tik Tok come motore di ricerca e il 51% lo preferisce a Google .
Da un sondaggio di Mgh emerge che il 58% degli utenti hanno visitato un ristorante dopo averlo visto su TikTok. Secondo TikTok for Business, circa due terzi degli utenti ritiene che i creator influenzino le decisioni di acquisto in modo più efficace e autentico rispetto ai vip classici del mondo dello spettacolo. È l’illusione della somiglianza: a consigliarci il nuovo ventilatore portatile sono persone comuni, con esigenze simili alle nostre. I prodotti possono essere taggati direttamente nei video, così da indirizzare gli utenti all’acquisto immediato.
Trovata diabolica
L’integrazione dell’e-commerce è la trovata diabolica e geniale di ByteDance, la società proprietaria di TikTok. L’acquisto avviene senza uscire dal social, che ha al suo interno una sezione dedicata esclusivamente allo shopping.
L’utente rimane così all’interno dell’app, e mentre balletti e polemiche lo distraggono dalla pesantezza del vivere quotidiano, gli vengono costantemente somministrati consigli per gli acquisti, conseguibili in un solo clic. Secondo Gwi Zeitgeist, dopo il lancio, TikTok Shop Italia a settembre aveva già oltre 8mila venditori attivi e l’80% degli utenti è stato ispirato dalla piattaforma per comprare qualcosa. I programmi di affiliazione consentono ai creator di condividere i consigli e rimandare direttamente allo shop del marchio.
Pacchettini
Tra i prodotti che possiamo acquistare su TikTok Shop troviamo cosmetici, prodotti per la pulizia della casa, accessori, profumi (quasi sempre copie di autentici). La piattaforma guadagna sulle commissioni, con un tasso pari al 5%, come spiegato nelle pagine informative del sito. «Ciao a tutti», inizia il video Piccolafolly45, 18.421 follower, «vi mostro un altro pacchettino che mi è arrivato dal Tik Tok shop». «Questo è un gilet riscaldante», spiega mentre apre il pacco, «arriva col manuale di istruzioni e la powerbank col cavetto per ricaricarla». E ancora qualche video dopo: «Volevo proporvi queste caramelle probiotiche per donne al mirtillo rosso», racconta. A quanto pare «sono ottime perché hanno delle proprietà che fanno bene». Ottimo, non speravamo altro.
«Amori», ci saluta Stefania Bellei, 154.313 follower, «vi devo far vedere un vestito che costa 11 euro e che sta da 10. Bello sia per le occasioni adesso sia in estate». Parliamo di un mutamento massiccio della natura della piattaforma, il cui algoritmo -come lamentano molti creator – sta privilegiando sempre di più i contenuti che sponsorizzano le cianfrusaglie vendute. Stiamo parlando di un nuovo modello di business, quello del “discovery commerce“ che è la nuova frontiera del commercio digitale, in cui l’acquisto nasce dalla scoperta algoritmicamente guidata durante la fruizione di contenuti online.
Sicurezza
Un’indagine di Which?, associazione britannica di tutela dei consumatori, ha analizzato 34 cosmetici acquistati online su da varie piattaforme. Il risultato è inquietante: su TikTok Shop 5 dei 6 cosmetici acquistati non corrispondevano agli originali. Le differenze riguardavano confezioni, colori e consistenza del prodotto. Secondo lo studio questi cosmetici falsi e dalla incerta provenienza possono essere rischiosi per la salute, dal momento che possono contenere sostanze tossiche o non testate.
Leggi anche:
© Riproduzione riservata