L’Italia si conferma epicentro europeo del turismo di alta gamma. Il 2024 segna un vero e proprio balzo in avanti per il settore dello shopping tourism, con oltre 2 milioni di visitatori registrati, in crescita del 7% rispetto al periodo pre-Covid. È quanto emerge dai dati dello Shopping Tourism Monitor, realizzato con il supporto di Enit, l’Agenzia Nazionale del Turismo. La rilevanza economica di questo segmento è ormai strutturale e proiettata a livelli ancora più alti: a livello globale, il valore del turismo dello shopping è destinato a raggiungere 327,8 miliardi di dollari entro il 2027.
Nel nostro Paese, il contributo diretto al Pil del turismo dello shopping supera 2,5 miliardi di euro, trainato soprattutto da visitatori provenienti da Cina e Stati Uniti, che si confermano mercati chiave per il settore. Secondo l’indagine campionaria del National Travel and Tourism Office (Ntto), lo shopping rappresenta la seconda attività preferita dagli statunitensi in viaggio – lo pratica in media il 67% dei turisti a stelle e strisce – dopo la visita alle principali attrazioni turistiche. La percentuale sale al 76,3% in Europa, mentre in Italia si attesta al 77,9%, segno di un forte appeal del Belpaese per esperienze legate all’acquisto.
La geografia del turismo dello shopping
Tra i visitatori europei più propensi alla spesa, spiccano i turisti provenienti dalla Svizzera, con una quota del 25,2%, dalla Francia, con il 22%, e dalla Slovenia, con il 14,8%. Questi flussi, attratti dalla prossimità con i confini italiani, si concentrano principalmente in Friuli-Venezia Giulia, Lombardia e Liguria. Le tre regioni guidano infatti la classifica della spesa complessiva: il Friuli-Venezia Giulia registra 414 milioni di euro, la Lombardia 327 milioni e la Liguria 253 milioni.
La vicinanza geografica favorisce flussi di tipo prevalentemente giornaliero o per brevi soggiorni. Tuttavia, analizzando anche il numero di pernottamenti legati allo shopping, emerge una fotografia più sfaccettata: la Lombardia, ad esempio, è al primo posto sia per introiti che per permanenza, con 229mila notti, pari al 52,0% del totale nazionale. Segue il Friuli-Venezia Giulia, con 60mila notti, corrispondenti al 13,6%, mentre il Piemonte si attesta a 27mila notti, pari al 6,2%.
Altre regioni con performance significative in termini di pernottamenti includono l’Emilia-Romagna, con 24mila notti (5,5%), la Puglia, con 21mila notti (4,8%), e infine il Lazio e la Toscana, entrambe con 19.000 notti, superando ciascuna il 4% del totale. Questi dati indicano due modelli paralleli: da un lato le aree a maggiore intensità di flusso giornaliero (tipicamente di prossimità), dall’altro le regioni dove il turismo dello shopping si integra in soggiorni più ampi, anche in località meno centrali o balneari del Centro-Sud.
Roma capitale del lusso
Spicca infine Roma, sempre più protagonista della scena internazionale dello shopping tourism. Il 2024 ha registrato un incremento straordinario: oltre 5.000 arrivi per questo segmento specifico, con una crescita del 143% rispetto agli anni precedenti. Ancora più impressionante l’impatto economico: la spesa pro-capite ha superato i 2mila euro, con una media di oltre 500 euro per notte. Il risultato? Un impatto economico vicino ai 10 milioni di euro generati nella sola Capitale, pari a un balzo del 503%.
I numeri rafforzano peraltro un’altra estate da record, nella quale il nostro Paese si è confermato meta privilegiata dai viaggiatori internazionali. Anche e soprattutto in riferimento al turismo d’alta gamma. Non è un caso che una delle tendenze più significative di questa stagione estiva sia stata l’ampia diffusione di stabilimenti balneari griffati dai grandi brand del lusso.
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