Balzo dei profitti per Ubs che batte le attese del mercato. La maggiore banca svizzera ha registrato un utile netto di 2,4 miliardi di dollari nel secondo trimestre, più che raddoppiato rispetto agli 1,136 miliardi dello stesso periodo dell’anno scorso. Le previsioni di consensus erano ferme a 2,04 miliardi in base alle stime fornite dalla società. L’utile ante imposte sottostante delle attività principali su base aggregata è aumentato del 25% su base annua. I ricavi della banca nello stesso periodo hanno raggiunto i 12,112 miliardi di dollari, appena al di sotto delle aspettative degli analisti di 12,45 miliardi.
Il coefficiente patrimoniale CET 1 risulta al 30 giugno del 14,4% rispetto al 14,3% nei primi tre mesi dell’anno.
La divisione investment banking ha registrato un aumento annuo del 25%, raggiungendo i 2,3 miliardi di dollari di ricavi, mentre la divisione di gestione patrimoniale ha registrato un aumento del 12% dei ricavi. Nel Global Wealth Management gli afflussi netti di nuovi asset hanno raggiunto 23 miliardi con una robusta generazione nelle regioni APAC, EMEA e Svizzera.
Ubs ha affermato che il terzo trimestre è iniziato con “una solida performance di mercato nelle attività rischiose, in particolare le azioni internazionali, abbinata a un dollaro statunitense debole”.
Nell’ambito dell’integrazione di Credit Suisse, Ubs rimarca che sono stati migrati un terzo dei conti dei clienti registrati in Svizzera. Le riduzioni cumulative dei costi hanno raggiunto i 9,1 miliardi di dollari, ovvero il 70% dei risparmi lordi previsti.
“Abbiamo mantenuto un bilancio resiliente e realizzato i nostri piani di restituzione di capitale. Ci stiamo posizionando per un successo a lungo termine potenziando ulteriormente le nostre capacità globali, investendo nella nostra infrastruttura futura e nell’IA e partecipando attivamente al dibattito sulla regolamentazione futura in Svizzera”, rimarca il ceo di Ubs, Sergio Ermotti.
Sebbene i mercati azionari siano ora in rialzo del 30% rispetto ai minimi di aprile, quando la Casa Bianca ha reso noti per la prima volta i cosiddetti dazi reciproci, Ermotti sottolinea come i livelli di attività riflettono un contesto “sano”, ma non da record. Ermotti vede un impatto dei dazi a livello di consumi e inflazione. “I clienti sono ancora in una sorta di atteggiamento attendista, non solo quelli istituzionali e privati, ma… anche quelli aziendali. Quindi si assiste all’impiego di liquidità, ma il livello di convinzione non è ancora tale da renderla più costruttiva”, ha aggiunto il banchiere intervistato alla Cnbc.
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